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Fanteria - 3° e 4° reggimento, brigata Piemonte

Schede

Sede dei reggimenti in tempo di pace: 3° fanteria Messina – 4° reggimento Catania Distretti di reclutamento: Aquila, Cagliari, Catania, Firenze, Lecce, Livorno, Mantova, Messina, Spoleto, Vicenza

Anno 1915
Sin dai primi giorni di guerra la Brigata si trova schierata in Carnia. In quel tratto di fronte, per il terreno impervio e la quasi totale mancanza di strade, non si svolgono avvenimenti degni di nota: entrambi gli schieramenti preferiscono rimanere sulla difensiva. I primi reparti a svolgere azioni di guerra sono alcune compagnie della Piemonte a rincalzo di truppe alpine che, in giugno, vanno ad occupare le cime del Freikofel, del Cianalot e il gruppo montuoso denominato “i Due Pizzi”. Il 31 agosto ancora due compagnie del 4° reggimento concorrono al tentativo di sfondare la linea nemica lungo la valle del Seebach, ma l’azione pur iniziata con slancio ed audacia, viene bloccata dal tiro dei cannoni nemici. Il 18 ottobre gli austriaci muovono all’assalto delle posizioni tenute dalla 15° compagnia del 4° reggimento: il fuoco violento e distruttore della artiglieria non scuote i fanti della Brigata, che rimangono sulle loro posizioni rigettando poi i reiterati tentativi d’assalto delle truppe avversarie. Fino a fine anno non accadono altri avvenimenti.

Anno 1916
La Brigata lascia la zona Carnia e si trasferisce alle dipendenze della 24° divisione sull’Isonzo (Ravnilaz), poi con l’inizio della Strafexpedition in Trentino, altro spostamento in Altipiano d’Asiago nel settore del monte Kaberlaba. Il 7 giugno truppe del 4° fanteria rigettano tentativi di penetrazione avversaria e nei giorni seguenti tentano contrattacchi per recuperare almeno in parte il terreno perduto.
Il 25 giugno la Piemonte trovasi nel settore del monte Lemerle, poi, per l’improvviso ripiegamento austriaco lungo il medio corso del torrente Assa, viene mandata all’inseguimento con il compito di impedire che nostre vecchie posizioni possano diventare punti di resistenza ad oltranza. Purtroppo la mossa strategica dell’avversario ha successo e quando il nemico viene riagganciato è tardi, la nostra fanteria deve attaccare su terreno scoperto, con poca artiglieria al seguito per la veloce avanzata, sotto al tiro incrociato delle numerose postazioni di mitragliatrici nemiche: gli sforzi dei nostri soldati servono solo a fissare la nuova linea del fronte sull’Altipiano d’Asiago.

Anno 1917
Ai primi di giugno la Brigata si trasferisce nel settore del monte Ortigara, agli ordini della 52° divisione. Iniziatasi la grande battaglia, il 12 giugno la Brigata ha il 4° sulla linea avanzata tra il passo dell’Agnella e la quota 2105 ed il 3° fanteria in seconda linea; attacchi e contrattacchi si susseguono ad oltranza, entrambi gli schieramenti offrono momenti di altissimo eroismo. Il sacrificio di migliaia di soldati italiani non ottiene però il raggiungimento dell’obiettivo prefissato: la bocchetta del Portule dalla quale poter controllare e bloccare la linea dei rifornimenti austriaci provenienti da Trento attraverso la Val Sugana.
Dopo un breve periodo di riposo, la Piemonte si trasferisce in Carso alle dipendenze della 48° divisione.
Il 20 agosto, XI° Battaglia dell’Isonzo, la Brigata opera contro il San Marco, contendendo all’avversario ogni metro di terreno; il 28 agosto lo slancio dei suoi fanti ha un parziale successo con la conquistata della quota 171, sul terreno rimangono però 697 soldati del 3° e 328 del 4° fanteria.
Il 27 ottobre, XII° Battaglia dell’Isonzo, la Brigata inizia il ripiegamento verso il Tagliamento operando come retroguardia, purtroppo il precipitare degli avvenimenti coinvolge i suoi effettivi che vengono in parte dispersi e catturati, il giorno 6 novembre i superstiti sono a Campodarsego (PD) dove attendono l’arrivo di nuovi complementi.

Anno 1918
In giugno, iniziatasi la Battaglia del Solstizio, la Piemonte viene inviata a nord del Montello con il compito di riprendere il paese di Nervesa; l’azione vede i fanti della Brigata combattere casa per casa tra il 19 ed il 22 giugno, poi il nemico a corto di uomini e munizioni è costretto ad abbandonare il paese per ripiegare sulla sponda sinistra del Piave. In ottobre, lanciata dal nostro esercito la Battaglia di Vittorio Veneto, la Piemonte riceve l’ordine di passare il fiume per irrobustire la nostra testa di ponte nel paese di Sernaglia; la successiva rotta austroungarica vede la Brigata lanciata all’inseguimento del nemico che termina il 3 novembre nelle prealpi bellunesi.
Paolo Antolini