Monumento di Giuseppe Minghetti

Monumento di Giuseppe Minghetti

1835 - 1837

Scheda

Il monumento commissionato da Rosa Minghetti per il marito Giuseppe è la prima richiesta di una scultura di grande formato per il cimitero bolognese della Certosa fatta a Baruzzi dopo il suo trasferimento a Bologna. I contatti tra la nobile bolognese e lo scultore datavano al 1828, quando una lettera di Rosa annuncia a Baruzzi che il busto in marmo di Giacomo Tommasini era stato accolto a Bologna con grande entusiasmo dagli allievi che lo avevano commissionato. Nel dicembre 1835 un’altra lettera di Rosa Minghetti comunica la sua soddisfazione per il disegno propostole da Baruzzi per il monumento del marito e lo invita a intraprendere i lavori, in attesa che venga predisposta la scrittura privata per affidargli l’incarico. L’anno successivo sono registrati l’acquisto dei marmi e le spese per la lavorazione, che viene affidata principalmente a Carlo Chelli e che si può dire conclusa entro il 1837. Il 16 ottobre 1837 Rosa Minghetti comunica all’Ufficio preposto al cimitero di aver fatto realizzare il monumento ispirato a Canova, sotto la direzione di Baruzzi e ne invia un disegno. Aggiunge che il monumento è visionabile in Accademia, a Bologna, e spera possa essere collocato entro il 2 novembre, in occasione delle festività dei defunti.

Marco Minghetti, che fu successivamente in rapporto con Baruzzi per la commissione del monumento del poeta Paolo Costa, anch’esso collocato in Certosa, non serba di questa tomba un ricordo particolarmente positivo. Nelle sue memorie ricorda infatti lo scultore come un seguace poco originale di Canova dal quale aveva ripreso per la sua famiglia, in proporzioni ridotte, il celebre monumento Stuart (Roma, basilica di San Pietro). Non era la prima volta che questo modello veniva utilizzato dallo scultore, come dimostra il monumento dell’ammiraglio de Preville a Pizzofalcone.

Il monumento occupa un’arcata del Chiostro Maggiore, poco prima dell’apertura dell’esedra. Sull’alto basamento che contiene le iscrizioni è posta la stele, coronata da un timpano curvilineo ad orecchioni lisci, che reca al centro lo stemma Minghetti. Il corpo della stele è occupato in alto dal medaglione circolare con il profilo del defunto volto a sinistra, mentre in basso i due geni del monumento Stuart di Canova sono riprodotti in scala, ai lati di una porta dell’Ade a doppio battente, con timpano triangolare. I due geni Stuart in formato ridotto sono tra le opere di Canova che Baruzzi porta con sé da Roma e che vengono collocate all’interno della sua villa. Ancora oggi i rilievi in gesso in scala da cui furono tratti i marmi per il monumento Minghetti sono murati nelle due pareti ai lati dell’ingresso della cappella della villa. Uno di essi è sormontato dal medaglione circolare con il profilo di Carolina Primodì, utilizzato per il rilievo in marmo oggi sulla tomba di famiglia nella Sala delle Catacombe della Certosa, sopra l’altro doveva essere collocato simmetricamente il profilo di Cincinnato Baruzzi destinato alla stesso scopo, al posto del quale si trova l’iscrizione “Dominus domi”.

Antonella Mampieri

Etratto sintetico dalla scheda realizzata dall'autrice per il volume Cincinnato Baruzzi (1796 - 1878), secondo volume della Collana 'Scultori bolognesi dell'800 e del '900', a cura di Roberto Martorelli, Bononia University Press, Bologna, 2014

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Dinanzi al feretro di Marco Minghetti
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Enrico Panzacchi, Dinanzi al feretro di Marco Minghetti - 14 dicembre 1881, Stabilimento Tipografico Successori Monti, Bologna, 1886

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