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Cippo Sibani

1922

Schede

Le opere di Pasquale Rizzoli in Certosa, una cinquantina per oltre un quarantennio di attività, sono esemplificative per seguire i percorsi fondamentali della scultura bolognese tra Otto e Novecento, dal verismo al michelangiolismo passando per le seduzioni liberty e simboliste. Queste ultime, magnificamente espresse nel gruppo scultoreo della Cella Magnani del chiostro VI, raffigurante Anima e Angelo che salgono al cielo (1904), vengono riprese nell’immagine della Beata Vergine Addolorata del monumento Sibani. Dopo circa un ventennio, Rizzoli ripropone nell’Addolorata la medesima enfasi del volto dai grandi occhi innaturali rivolti al cielo che aveva scelto per la bella figura femminile che impersona l’Anima nel monumento Magnani. Tuttavia l’esigenza di commemorare il giovane Sabino, morto al fronte nel 1920 per malattia a soli 25 anni, suggerisce una dimensione sentimentale diversa, pertanto la languida espressività dell’Anima che si abbandona all’incanto mistico della vita spirituale è ora tramutata nel dramma della sofferenza di Maria-madre dolorosa che piange il figlio-soldato morto. È questo un tema ampiamente trattato nei monumenti ai caduti; si ricorda, ad esempio, la reinterpretazione del Cristo della Pietà di Palestrina di Michelangelo (Firenze, Opera del Duomo) da parte di Alfredo Angeloni per il monumento ai caduti di Lucca (1930, in Carlo Cresti, Architetture e statue per gli eroi. L’Italia dei Monumenti ai Caduti, Firenze, Pontecorboli, 2006, p. 141). Il tono altamente drammatico del monumento Sibani è potenziato dall’essenzialità dell’iscrizione a cui è demandata la sola narrazione della tragedia umana, senza trionfalismi né retoriche belliche. All’antica tipologia della stele funeraria ben si accorda l’arcaismo della croce greca a cui Rizzoli accosta, abilmente e con discrezione, elementi decorativi del repertorio liberty. Per la datazione, si fa riferimento alla registrazione agli atti del Comune del progetto, presentato, in data 24 marzo 1922, da “Rizzoli Prof. Pasquale per Cav. Menotti Sibani”.

Il monumento in marmo bianco è costituito da un cippo cuspidato posto su un basamento marmoreo rosa. Sul lato frontale è scolpita una croce greca con rilievo centrale, contornato da girali vegetali, rappresentante l’Agnus Dei recante la croce. Nella parte superiore del cippo è collocata una decorazione bronzea con la Beata Vergine in atto di volgere gli occhi al cielo. Il lato posteriore mostra il medesimo rilievo marmoreo con l’Agnus Dei nella parte superiore mentre nella parte inferiore vi è l’iscrizione commemorativa, incisa e rubricata del caduto Sabino Sibani.

Epigrafi

(sul retro del cippo) SABINO SIBANI / MORTO A 25 ANNI / PER MALATTIA CONTRATTA AL FRONTE / NELL’ADEMPIMENTO DEL DOVERE DI SOLDATO.

(sulla lapide a pavimento) SABINO SIBANI / N. 26 MARZO 1895 / M. 7 FEBBRAIO 1920 / - / CAV. UMBERTO SIBANI / N. 3 DICEMBRE 1899 / M. 28 SETTEMBRE 1946 / - / EGLE SIBANI / N. 6 MARZO 1897 / M. 7 NOVEMBRE 1951 / - / BIANCA BINI IN SIBANI / N. 5 MARZO 1876 / M. 18 LUGLIO 1952

(sulla lapide a pavimento di fianco) CAV. MENOTTI SIBANI / N. IL 16 MAGG. 1872 - M. IL 5 NOV. 1947 / PER SE E SUOI / PAOLINA FERRARI / VED. SPEZZANI VED. SIBANI / N. IL 15 LUGLIO 1831 / M. IL 27 DICEMBRE 1908 / - / PROF. CAV. GIUSEPPE SPEZZANI / N. 17 SETTEMBRE (...) / M. 27 MAGGIO 1(...)

Testo tratto da 'Memorie della grande guerra: le tombe dei caduti nel cimitero monumentale della Certosa di Bologna', Minerva, 2007.