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Benedetto Carpanelli

[?] - 27 Novembre 1925

Scheda

Cristianamente com'era vissuto, si è spento il 27 novembre, Benedetto Carpanelli, Archivista Capo del Comune. Non è possibile dire come l'ultimo addio all' uomo probo che consacrò la sua vita al dovere di Cittadino e all' amore di padre, sia stato commovente: anche l'eredità morale di questi uomini, che passarono lavorando ed amando in silenzio, è fatta di intimità e di silenzio e fiorisce discreta, ma imperitura, nelle coscienze e nei cuori a cui essi servirono di esempio e di luce.

Ai suoi funerali parteciparono coi congiunti, in lungo, mesto corteo, Autorità Comunali, rappresentanze dei Corpi armati, dei Maestri, dei pensionati Comunali e numerosi amici e colleghi. In piazza De' Marchi salutarono l'Estinto con commosse parole, il Segretario Generale del Comune avv. comm. Sommariva, l'ing. Umberto Ferri, assessore dell'Amministrazione Comunale e l'avv. Vallania, capo dell'Ufficio Segreteria, che pronunciò il seguente discorso: Quando, or sono due giorni, il Collega e l'Amico carissimo, la cui Spoglia mortale accompagnamo in mesto corteo al Camposanto, ebbe sentore dell' appello che era stato fatto a tutti i dipendenti del Comune per l'offerta del dollaro alla Patria, volle, da figlio devoto e affezionato quale sempre era stato, compiere quest' ultimo dovere verso la gran Madre comune. Quest' atto nobilissimo, compiuto nella consapevolezza della fine imminente, ci dice di quali inestimabili virtù fosse adorno l'animo dell' Uomo che la Morte ha voluto rapire anzi tempo al nostro affetto e che se ne va lasciando dietro di sè tanto compianto. Venuto a Bologna ancora fanciullo dalla nativa Calderara, Benedetto Carpanelli, frequentò con onore i corsi ginnasiale e liceale nel Seminario Arcivescovile, ma non potè più oltre continuare gli studi, pei quali aveva spiccata inclinazione e nutriva grande amore, perchè le modeste finanze famigliari non lo consentivano. Cercò allora ed ottenne un impiego in Comune. Assunto quale alunno nell'anno 1898, riusci ben presto a farsi apprezzare per l'intelligenza pronta, la buona cultura e l'instancabile assiduità al lavoro, di guisa che dopo poco. più di un decennio nel 1906 era giudicato meritevole di passare nella categoria degli impiegati di concetto e conseguiva il grado di Aggiunto principale corrispondente in oggi a quello di Segretario. Fu da allora proposto alla Sezione Archivio e Protocollo e come egli abbia tenuto quest'ufficio e con quanto amore e con quanta passione Egli si sia prodigato per assolvere alla diuturna e non sempre grata fatica non è mestieri che io ricordi perchè a tutti è noto, come pure tutti sanno che fu appunto in considerazione di questi suoi meriti che Egli venuto come si suol dire, dalla gavetta, potè raggiungere l'apice della carriera con l'equiparazione ai Capi d'Ufficio. Funzionario che aveva vivissimo il senso del dovere, mentre trattava coi dipendenti più come un padre che come un superiore, non indulgeva a sè stesso e spingeva la sua operosità fino al sacrificio, senza nulla chiedere per sè; pago solo del dovere compiuto. Uomo di gran cuore, portava per primo la parola del conforto ai Colleghi ed Amici colpiti da sciagure domestiche e primo offriva il suo obolo a sollievo dei miseri e degli indigenti. Marito e padre esemplare, non aveva altre cure fuori dell' Ufficio che per la sua cara Famiglia e pei figli dilettissimi, dei quali spesso parlava con paterno compiacimento e coi quali soleva la sera, dopo la faticosa giornata dell'Ufficio, trattenersi a lungo per assisterli e guidarli nelle difficoltà degli studi.

Tale fosti, povero e buon Carpanelli! Cosi operosa e tutta consacrata all'adempimento del dovere e alla pratica delle cristiane virtù fu la tua breve giornata sulla terra! Affrettati adunque verso quel premio che fu promesso ai Giusti e che Tu bene meritasti e fa che il tuo esempio, di cui durerà a lungo il ricordo, ei renda migliori. Addio. Amico nostro indimenticabile, addio!

Testo tratto dalla rivista 'Il Comune di Bologna', novembre 1925. E' sepolto nella Certosa di Bologna, Chiostro IX, corsia annessa, loculo 410.