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Budrio, (BO)

1919 | 1943

Insediamento

Schede

Comune ad economia prevalentemente agricola, con ampie estensioni di terre di recente bonifica gestite da grandi proprietà capitalistiche e lavorate da numerosissimi braccianti. Vide nascere il primo moderno conflitto sociale con lo sciopero bracciantile avvenuto nel 1883. Popolazione d'antica tradizione patriottica, diede figli alle battaglie del Risorgimento, volontari e caduti all'impresa dei Mille. Fin dal maggio 1908 fu sindaco l'avv. Ugo Lenzi, socialista riformista. Nel 1914 i riformisti riconquistarono il comune.

Il consiglio comunale eletto il 3 ottobre 1920 risultò composto di soli socialisti, i quali si aggiudicarono, con la presentazione di due liste, tutti i seggi (25 di maggioranza e 5 di minoranza). Nella seduta del 18 seguente fu eletto sindaco Aldo Grandini. Iniziata la reazione fascista, organizzazioni e uomini socialisti furono oggetto di attacchi ed aggressioni. Nel settembre 1921, il sindaco, dopo essere stato aggredito, fu minacciato dai fascisti con un "pugnale piantato sull'uscio di casa sua" e poi bandito; dimessosi nell'ottobre dovette allontanarsi dal paese. Il segretario comunale Carmine Mancinelli fu più volte vilipeso e aggredito.

Le violenze continuarono anche dopo la costituzione del governo presieduto da Benito Mussolini. Nel dicembre del 1922, a Budrio "l'avv. Mario Bergamo, uscendo dalla pretura, è aggredito dai fascisti, percosso e ferito unitamente al suo cliente, il colono Vannini" (Matteotti, 47) e, nel gennaio 1923, "è percosso a sangue e abbandonato esanime in un fossato l'avv. Mancinelli, segretario comunale, ex ufficiale e mutilato di guerra" (Matteotti, 53). A causa "dell'ambiente di intimidazione e di violenza... l'attività amministrativa era divenuta difficilissima fino ad essere paralizzata". L'amministrazione socialista continuò l'attività solo fino al 15 luglio 1922. Seguirono poi, amministratori locali eletti solo su liste fasciste ed apparentate, e quindi gestioni dei Podestà. Durante gli anni del regime fascista, undici nativi di Budrio furono deferiti, processati e condannati dal TS (Aula IV); undici furono le assegnazioni al confino di polizia per atti d'opposizione (Confinati). Quando in Spagna scoppiò la rivolta capeggiata dal generale Francisco Franco, cinque nativi di Budrio parteciparono nelle file degli antifascisti internazionali in difesa di quella repubblica (Spagna).