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Luigi Emery

6 giugno 1893 - [?]

Scheda

Luigi Emery, da Carlo e Maria Rita Bonvicini; nato il 6 giugno 1893 a Bologna. Laureato in lettere e filosofia. Giornalista. Nel 1915 partecipò alla I guerra mondiale. Intrapresa la professione di giornalista, nel 1919 entrò nella redazione de «il Resto del Carlino».
Collaborò a vari periodici democratici e antifascisti, quali «La Voce» e «Unità» di Gaetano Salvemini, «Energie nuove» e «La Rivoluzione liberale» di Piero Gobetti e «II Baretti». Dal 1920 al 1924 fu corrispondente da Parigi per «il Resto del Carlino», «II Lavoro» di Genova e «II Popolo» di Roma. Nel 1924 assunse la corrispondenza del «Corriere della Sera» di Milano. Lasciò il giornale nel 1924 quando fu riscritto un suo articolo sulla morte di Giovanni Amendola. Questo un passo della lettera di dimissioni inviata al direttore Luigi Albertini: «Ho conservato - ed è la mia sola ricchezza inestimabile - il senso della mia dignità, prima ancora che professionale, personale, e non intendo sacrificarlo ad alcuna considerazione di interesse, né prestarmi, sia pure involontariamente e con l'alibi dell'anonimato cui sono condannato dal giornale, a questo postumo strangolamento di Giovanni Amendola. L'ultima stretta di mano che egli diede, a Parigi, nel treno che lo portava a morire a Cannes, fu per me. Voglio potermene ricordare senza arrossire». Passò quindi a «La Stampa», come corrispondente da Berlino.§
Per essersi rifiutato di aderire al PNF, nel 1927 fu espulso dall'albo dei giornalisti. Restò in Germania sino al 1945 quando rientrò in Italia e riprese la professione giornalistica. [AR-O]