Schede
Un'opera che testimonia l'alto valore artistico della produzione scultorea di Pasquale Rizzoli (1871 - 1953), è il rilievo bronzeo del sepolcro Gardi, realizzato nel 1922 e situato nel Campo Carducci della Certosa. Il monumento bronzeo commissionato da Guglielmo Gardi è inserito in una struttura lapidea di supporto in chiampo antico, poggiante su un basamento dello stesso materiale, da cui si dipartono due sarcofaghi, anch’essi in chiampo, di medie dimensioni, che divergono obliquamente verso l’osservatore. Nella parte superiore del bronzo è rappresentato frontalmente un angelo (che volutamente ricorda la figura di Cristo) ed il rilievo è contraddistinto ancora dall’uso dello stiacciato; mentre la parte decorativa inferiore, splendido esempio di scultura floreale che mostra due figure femminili inginocchiate a reggere la corona di spine, è realizzata in altorilievo. È interessante mettere a confronto l’opera definitiva con il suo bozzetto in gesso per capire le fasi di progettazione e di realizzazione dell’opera. Nel bozzetto di piccole dimensioni, che presenta già la maggior parte degli elementi del monumento (la figura centrale del Cristo, l'Angelo, le due dolenti simmetricamente inginocchiate, la corona di spine, la decorazione floreale e i due sarcofaghi), manca soltanto l’ancona marmorea da cui è racchiusa la parte superiore del monumento finito.
Una tale precisione nella progettazione è dovuta certamente all’abitudine del Rizzoli a lavorare utilizzando la tecnica del calco, basti pensare ad esempio ai ritratti funerari, ma anche e soprattutto all’insegnamento accademico del suo maestro Salvino Salvini, che trasmettendogli il gusto per la monumentalità e la grandiosità della scultura gli fece capire presto l’importanza di un progetto ben elaborato e minuzioso. Come ci rivela inoltre la grande quantità di bozzetti in gesso e terracotta conservati nella soffitta del suo atelier prima dall’artista e in seguito dai suoi eredi, averli a disposizione e poterli “consultare” dava la possibilità allo scultore di tenere sempre a mente particolari tecniche d’esecuzione e spunti iconografici, come modelli di riferimento. Per questo motivo ad esempio la figura delle due dolenti inginocchiate ai piedi dell’Angelo, presente appunto nel sepolcro Gardi, la ritroveremo rielaborata in altre sue opere. Per maggior chiarezza va aggiunto che certi modelli iconografici liberty e floreali risultavano particolarmente graditi e spesso venivano scelti autonomamente dai committenti che già li conoscevano attraverso pubblicazioni liberty, come ad esempio la rivista “Emporium”.
Giuliana Lo Faro