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Cappella Dal Canton

1992

Schede

La cappella Dal Canton è un concentrato di bellezza. L’edicola è stata progettata da Gianfranco Brognara ed è stata costruita da Arrigo Armieri. All’esterno presenta una struttura realizzata in “peperino rosa”, una roccia di antica provenienza abitualmente impiegata nel colore grigio, proveniente dalle zone di Viterbo e solitamente utilizzata dagli etruschi per i loro sarcofagi e dai romani per gli edifici pubblici. La roccia di grande pregio e rarità lascia riflettere anche sull’importanza della committenza. Sulla superficie esterna si trovano scolpiti alcuni simboli tra cui una barca che ondeggia sul mare, elemento che ricorre spesso nelle opere di piccolo formato di Armieri. L’iconografia che ritroviamo nella cappella, soprattutto all’entrata dell’edicola, sembra infatti richiamare perfettamente quella delle opere in atelier che caratterizzano il lavoro dello scultore e che racchiudono in sé metafore della vita a cui lo stesso Arrigo si riferisce spesso. Sulla parete esterna tali incisioni sembrano possedere maggiore risalto rispetto a quelle realizzate sul marmo, dove le figure sembrano rimanere in superficie.

La cappella si presenta con una copertura a due spioventi e pinnacolo, con parti lavorate a fresatura verticale. La porta vetrata con decorazioni in bronzo raffigurano al centro l’albero della vita e intorno una vivace allegoria del creato e degli elementi fondamentali: acqua, aria, terra, fuoco; alberi carichi di frutti e barchette di carta in balia delle onde come metafora della caducità della condizione umana. Sui fianchi esterni dell’edicola, all’altezza del sovrapporta, un fregio continuo a bassorilievo incassato con un volo di uccelli. A partire dall’alto della decorazione esterna del cancello d’entrata si ritrovano le nuvole in bronzo rispettivamente da un lato e dall’altro della vetrata, con la presenza di alcuni raggi che tanto richiamano le vetrate della chiesa di San Carlo a Ferrara e le decorazioni interne della chiesa di Sant’Ambrogio a Ozzano. È anche vero che le stesse nuvole, le stesse rondini, lo stesso albero di ulivo e la stessa barca li ritroviamo riproposti in alcune opere in bronzo degli anni Ottanta. Qui tutti gli elementi si concentrano e poi tornano nella facciata di peperino rosa cambiando solo il materiale in cui vengono realizzate. Dettagliatamente costruite danno un senso poetico alla facciata dell’edicola e la rendono di straordinaria delicatezza e bellezza nel suo insieme. Una ricca simbologia che ritroviamo anche internamente con rifiniture dorate e incisioni su marmo di grande raffinatezza. Ecco che il porta lume diventa una barchetta che prende vita nella sua tridimensionalità tra le onde e le rondini che la circondano. Dell’intera edicola è ancora conservato lo studio di un bozzetto che ne ritrae la facciata.

Ornella Chillè

Testo tratto da O. Chillè, Arrigo Armieri tra sacro e profano Dalla Certosa all’atelier dello scultore, Pàtron, Bologna, 2019.