Schede
Si trova questa chiesa colla fronte sulla piazza omonima, alla quale si va per una rampa-gradinata, dal largo ove s’incrociano la via Farini e via Santo Stefano. La leggenda vuole questa fra le chiese costrutte da San Petronio vescovo sul principio del secolo V, sulle rovine di un delubro pagano. Ma nessun monumento è venuto a rafforzare la leggenda popolare raccolta e tramandata di secolo in secolo da più d’uno scrittore. Le memorie più antiche di questa chiesa risalgono al 1060, ma sono ancor dubbie. L’antica chiesa sarebbe stata successivamente ricostrutta nel 1211, nel 1286, in cui sorse anche il campanile, e rinnovata ed ampliata negli anni 1440-42. Nel 1496 fu innalzata la cupola, che fu ancor rinnovata, insieme al presbiterio, da Arduino Arriguzzi. Nel nostro secolo ebbe nuovi ristauri nel 1824 e la facciata fu rinnovata nel 1844 per cura di Filippo Antolini. Attiguo alla chiesa fu sempre un convento di monaci Lateranensi, soppresso poi nel 1798. Da allora in poi l’edifizio claustrale, che all’infuori di due cortili disegnati dal Terribilia, nulla offre di notevole, fu trasformato in carcere giudiziario. La facciata della Chiesa di San Giovanni in Monte non è di molto effetto, sebbene di buone proporzioni; notevole la porta d’ingresso in macigno, scolpita da Nicola Donati sulla fine del secolo XVI. Sovrasta alla porta una dell’aquila in terracotta plasmata da Nicolò dall’Arca.
La chiesa consta internamente di tre navate e resta pressochè inalterato l’aspetto elegante ed arioso che le fu dato nel secolo XV. E’ ricca di dipinti, taluno dei quali veramente prezioso. Fra questi va ricordato innanzi tutto il finestrone circolare sopra la porta, sui cui vetri Francesco Cossa, per commissione di Annibale di Gabione Gozzadini, dipinse finamente, coll’arte che gli fu propria, il Veggente di Patmos. Questa vetrata porta la sigla adottata dal Cossa per le sue opere, CaF. Gli altri vetri colorati della chiesa di San Giovanni in Monte sono moderni e facilmente lo si scorge. Fra i quadri che adornano gli altari e le pareti di San Giovanni in Monte vanno ricordati; la Vergine in trono adorata da varii Santi, una delle tavole più importanti di Lorenzo Costa, ferrarese, con un bellissimo paesaggio nello sfondo; il Cristo e la Maddalena del Francia; i Santi Giuseppe e Giacomo del Guercino; una Madonna del 300 di ottima fattura; San Pietro in Vincoli dello Spisanelli; un Crocefisso su tavola del secolo XIV; Sant’Ubaldo del Bolognini, ecc. Sull’altar maggiore, in mezzo ad un magnifico ornato dei Fancelli. Havvi un’altra grande tavola di Lorenzo Costa, ma meno riescita della precedente. Sugli stalli del coro, graziosamente intarsiati da Paolo Sacco nel 1573, poggiano quattordici busti, Dodici Apostoli e Due Evangelisti. I primi sono di Alfonso Lombardi e gli altri d’Ubaldo Farina. Fra le pitture murali vanno notate quelle dei grandi pilastri reggenti l’arco del presbiterio, ottimi lavori del secolo XV, sui quali vollero mettere lo zampino sacrileghi ristauratori del secolo XVII. Il vasto e lungo atrio rampante, che dal porticato di via Santo Stefano conduce alla chiesa di San Giovanni in Monte, fu eretto su disegno del frate Basilio Oliva dal 1632 al 1648. Ultimamente vi furono murate le pietre tombali tolte dal pavimento della chiesa, ove avrebbero finito per guastarsi completamente e perdere le traccie delle loro iscrizioni. Notevole sulla porta d’accesso il monumento al dottore fisico Giovanni Tostino, eretto nell’anno 1527.
Testo tratto da "Provincia di Bologna", collana "Geografia dell'Italia", Torino, Unione tipografico editrice, 1900. Trascrizione a cura di Lorena Barchetti.