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Risveglio Sportelli

16 agosto 1894 - [?]

Scheda

Risveglio Sportelli, da Luigi ed Emilia Brini; nato il 16 agosto 1894 a Imola. Licenza elementare. Operaio. Iscritto al PSI e al PCI.
Per sottrarsi alle persecuzioni dei fascisti, nel 1927 si trasferì a Milano. Qui alla fine del 1927 fu arrestato, con una decina di militanti antifascisti, e deferito al Tribunale speciale per «associazione sovversiva e propaganda sovversiva».
Nei primi mesi del 1928 evase dal carcere di Brescia, dove si trovava in attesa del processo, ed espatriò clandestinamente. Andò prima a Berlino e quindi a Mosca.
Nel 1929 il regime fascista gli mutò d'ufficio il nome di battesimo e gli impose quello di Ignazio. La stessa cosa era accaduta al fratello Pensiero.
Dopo l'evasione venne deferito altre due volte al Tribunale speciale, ma non fu processato. Il suo nome fu incluso nella lista degli attentatori e nei suoi confronti emesso un mandato di cattura, nel caso fosse rimpatriato.
In URSS non trovò quell'ambiente politico che avrebbe desiderato, ma si sposò ed ebbe una figlia. Arrivato nel marzo 1928, lo stesso anno fu espulso dal PCI. In una lettera inviata il 10 ottobre 1936 all'ambasciatore italiano a Mosca per chiedere il passaporto, scrisse che era stato «tenuto in sospetto come un uomo che per riprendere la sua libertà dal carcere, aveva fatto un compromesso colle autorità fasciste». Proseguiva la lettera: «In tutti questi otto anni di mia permanenza in URSS non mi sono mai occupato di politica e se anche avessi avuto tale desiderio, non avrei potuto farlo in quanto ero e sono diffidato dal partito comunista di fronte all'opinione pubblica. In questo proposito esistono pubblicazioni sul mio conto nella stampa del partito comunista italiano». Essendosi rifiutato di assumere la cittadinanza sovietica, nel 1936 gli fu ingiunto di lasciare l'URSS entro il 18 ottobre 1936. Di qui la sua decisione di rivolgersi all'ambasciata italiana con la lettera che così proseguiva: «Ho necessità di lavorare e di restare in tranquillità almeno per tutto il resto della mia vita.
E siccome io non posso, per il momento, ritornare in Italia in quanto io sarei arrestato, così ho deciso di trasferirmi in qualche altro paese e rimanervi fino a che avrò la possibilità di rimpatriare». Gli fu concesso il passaporto per la Turchia e da qui passò in Francia. Nel 1939 il mandato di cattura nei suoi confronti fu confermato. [O]