Salta al contenuto principale Skip to footer content

Omero Schiassi

3 settembre 1877 - 2 Gennaio 1956

Scheda

Omero Schiassi, da Guglielmo e da Virginia Biagioni; nato il 3 settembre 1877 a S. Giorgio di Piano. Laureato in Giurisprudenza all'Università di Bologna. 
Come i genitori - entrambi furono animatori del primo movimento socialista locale - si immerse nel movimento dei lavoratori. Partecipò al 1° Congresso nazionale dei lavoratori della terra (Bologna, 24-25 novembre 1901) ed intervenne nella discussione, in qualità di delegato dei lavoratori agricoli di S. Giorgio di Piano.
Divenne propagandista della Federazione Nazionale dei lavoratori della terra nella provincia di Bologna, in Umbria, nel Lazio ed in Toscana, promosse organizzazioni mezzadrili e agitazioni della categoria. Dopo due rimpatri, prima da Orte (VT) e poi da Chianciano (SI), a seguito di interrogazioni di socialisti, si svolsero ampie discussioni alla Camera dei Deputati (21 marzo e 25 aprile) ed al Senato.
Venne eletto consigliere comunale di S. Giorgio di Piano dal 1907 ed animò l'opposizione socialista contro la maggioranza clerico-moderata. Presa residenza a Bologna (dal 7 dicembre 1907), svolse attività di procuratore legale e, in particolare, di legale della Federterra provinciale di Bologna. 
Militante nel PSI, conobbe bene Mussolini, ma le sue simpatie politiche andarono a Filippo Turati, Claudio Treves, Vittorio Emanuele Modigliani ed a Giacomo Matteotti, del quale fu amico intimo fin da «quando entrambi frequentavano la facoltà di giurisprudenza». 
Il 28 giugno 1914 fu eletto consigliere comunale di Bologna, con la prima amministrazione socialista capeggiata da Francesco Zanardi".Durante la I guerra mondiale venne arruolato e fu tenente degli alpini. 
Nel dopoguerra si dedicò completamente all'assistenza legale in difesa dei lavoratori e dei socialisti accusati di reati nel corso delle lotte sociali e politiche.
Nella notte del 24 gennaio 1921, quando gli squadristi devastarono la CCdL di Bologna, distrussero anche il suo ufficio che era nello stesso edificio. In quel tempo, trovandosi a Sorrento (NA) fu avvertito di «non tornare a Bologna perché i fascisti lo volevano morto», pochi giorni dopo fu aggredito e, come egli stesso disse: «riuscii miracolosamente a sfuggire all'assassinio nel mio letto di convalescenza». Si trasferì a Roma per cinque o sei mesi, poi si spostò a Genova (dove prese residenza, il 24 marzo 1922).
Qui divenne consulente della Federazione dei Lavoratori del Mare, capeggiata dal comandante Giuseppe Giulietti e della Cooperativa della Gente di mare «Garibaldi». Il 5 agosto 1922 durante l'assalto fascista a Palazzo S. Giorgio, sede della cooperativa, ebbe invaso l'ufficio e bruciati tutti i documenti. 
Dopo nuove persecuzioni da parte dei fascisti, si decise ad emigrare, ma non gli fu concesso il passaporto. Il 5 febbraio 1924, Pietro Nenni lo nominò corrispondente australiano dell'Avanti!. Aiutato da due fascisti di sua conoscenza riuscì nell'intento di lasciare l'Italia. Salpò da Genova sull'Ormond, diretto a Melbourne, dove arrivò il 7 aprile 1924. 
Per l'esperienza politica acquisita in Italia, per la cultura storica, legale e letteraria posseduta (quali nessun altro italiano aveva in quel continente), divenne il leader dell'antifascismo italiano in Australia.
Si mise presto in contatto con i sindacalisti Albert Monk e Don Cameron dei quali divenne amico e alleato politico per il resto della vita. Alla ricerca di una occupazione si rivolse al console italiano Antonio Grossardi (suo vecchio conoscente, perché ex socialista, ma passato al fascismo), per avere un posto di lavoro adeguato: ebbe l'offerta di essere occupato in «un negozio di frutta o in un ristorante». Visse in estrema povertà per diversi anni.
Nel 1925, inviò corrispondenze all'"Avanti!" di Milano sullo sciopero politico di Melbourne e sulle elezioni federali australiane del novembre, piene di elogi per i sindacati e di critiche per il governo. Le proteste del Console gli valsero il rifiuto della nomina ad insegnante d'italiano nell'Università di Melbourne. Nonostante altri interventi del Console, che lo segnalava come un iscritto nelle liste fasciste dei «comunisti pericolosi», aiutato dai professori A.R. Chisholm e Lodewyckx, nel novembre 1927, ebbe quella nomina. Il console fascista protestò scrivendo al primo ministro Bruce (2 dicembre 1927) e poi, siccome lo stipendio del neo docente variava con il numero degli allievi, avvertì gli italiani di non frequentare le lezioni dell'antifascista, perché restasse in miseria.
Negli anni successivi, per il prestigio politico e per la preparazione culturale, diede lustro all'insegnamento della lingua e della letteratura italiana a Melbourne. Ispirandosi agli orientamenti politici della «Concentrazione antifascista», promossa da alcune forze antifasciste italiane in Francia, fondò, il 10 giugno 1928, la Concentrazione antifascista dell'Oceania (Antifascist Concentration of Australia), della quale divenne il presidente. Nella nuova organizzazione raggruppò gli anarchici (largamente presenti fra gli emigrati italiani), le associazioni ALP e ACTU, nonché il PSI e il PCI. A documentazione di questo importante momento politico venne edito un volumetto che fu poi largamente diffuso: II fascismo denunciato. Al popolo Australiano e a tutti i Rappresentanti Politici! Discorso pronunziato dall'avv. Omero Schiassi al New Gaiety Theatre in Melbourne il 10 giugno 1928 per incarico del comitato della Concentrazione Anti-Fascista dell'Oceania, a commemorazione del grande martire Giacomo Matteotti e poi fu tradotto in appello al popolo dell'Australia (pubblicato in italiano e in inglese, a cura del Comitato Esecutivo della Concentrazione Anti-Fascista dell'Oceania). 
La Concentrazione antifascista dell'Oceania si mise in contatto con la «Concentrazione» sedente a Parigi e con il comitato esecutivo dell'Internazionale comunista. Ricevendo dalla Francia la rivista teorica del PCI, "Stato Operaio", ed operando, in Australia, per una unità d'azione di tutte le forze antifasciste, quelle comuniste comprese, lo si ritenne passato nelle fila dei comunisti. 
Per la sua intensa attività antifascista unitaria, fu aggredito dal noto fascista di Melbourne, Remigio Budica. Lo storico B. Walker, ha sostenuto che alcuni marinai italiani, compirono un tentativo di rapirlo e di portarlo in Italia. 
Il 12 aprile 1929, dopo i cinque anni di residenza richiesti, avanzò domanda di naturalizzazione, ma gli fu rifiutata perché considerato un comunista. Neppure subito dopo l'avvento del partito laburista al potere (ottobre 1929) ebbe soddisfatta la richiesta, ma solo nel febbraio 1931. Nel 1936 partecipò a manifestazioni per la pace organizzate dal Consiglio Vittoriano per la pace mondiale, un sodalizio affiliato al Comitato mondiale contro la guerra e il fascismo che, fra l'altro, condusse una campagna contro l'aggressione dell'Italia all'Etiopia. 
Nel 1938 divenne presidente onorario della Casa dell'Italia Antifascista a Melbourne. Allo scoppio della seconda guerra mondiale appoggiò la causa antifascista e l'alleanza degli Stati in lotta contro gli aggressori nazifascisti e per la libertà. Il 16 gennaio pubblicò l'opuscolo Italian's All! [Italiani tutti !], nel quale incitava gli italiani ad unirsi all'esercito australiano nella lotta contro i nazifascisti. Questo un brano dell'appello: «Avanti, avanti, italiani tutti, degni del nome d'Italiani: avanti con in mano la torcia e l'ascia e il libro e la falce e il martello: con la torcia per non deviare dal giusto cammino, con il libro e l'ascia per tagliare i rami e le radici dell'ignoranza; con la falce per mietere i mezzi necessari al benessere fisico e intellettuale; con il martello per costruire una nuova società; e nello stesso fugace istante in cui ci rivolgiamo a voi, con il fucile per attaccare i difensori della barbarie». 
Promosse il movimento antifascista «Italia Libera», che in larga misura coalizzò le forze italiane antifasciste. Di esso ne scrisse il programma, il 18 aprile 1943, e ne fu il presidente. Dopo la fine della guerra, nel 1945, continuò ad impegnarsi nella attività politica degli italiani d'Australia, sostenendo le cause progressiste e continuando la guida del movimento «Italia Libera».
Morì il 2 gennaio 1956 a Myrtleford, dove fu sepolto. Sulla sua tomba venne inciso il seguente epitaffio: «Difese la libertà, l'umanità e la giustizia»
Il suo nome è stato dato a un giardino di Bologna e a una strada di S. Giorgio di Piano. [AR]