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Savigno, (BO)

1919 | 1943

Insediamento

Schede

Le prime organizzazioni di lavoratori e d'ispirazione sociale apparvero agli inizi del secolo. Nelle elezioni amministrative del 1914 le organizzazioni operaie alleate con i socialisti conquistarono il comune e venne eletto a sindaco Massimo Pini.
Negli anni successivi alla grande guerra l'azione sociale si sviluppò. Dopo la nascita del Partito Popolare Italiano, che accrebbe l'impegno politico specialmente tra i lavoratori dei campi, si determinò un ampio orientamento a favore di quest'ultima formazione politica.
Il 16 novembre 1919, nelle prime elezioni politiche con sistema proporzionale, nell'ambito comunale, i voti al solo Partito socialista aumentarono notevolmente rispetto ad ogni altra competizione precedente, ma non raggiunsero la maggioranza. Nelle elezioni amministrative dell'autunno 1920, la lista del PPI conquistò la maggioranza, così come in altri sei comuni della montagna bolognese.
Allo scatenarsi della reazione fascista, il segretario della Camera del lavoro di Savigno, Augusto Zanasi, bazzanese, venne arrestato e, per le sevizie e le privazioni, morì poco dopo mentre era carcerato.
Durante il periodo del regime fascista, il nativo di Savigno Otello Maselli (classe 1909), calzolaio, venne arrestato e carcerato assieme a diversi altri aderenti all'organizzazione comunista bolognese, che dal 1936 raccoglieva fondi, svolgeva propaganda e reclutamento a favore della Spagna repubblicana in lotta contro i rivoltosi capeggiati dal generale Francisco Franco, la cui attività fu scoperta nell'ottobre-novembre 1937.
Con sentenza del 12 febbraio 1938, fu rinviato a giudizio di fronte al Tribunale Speciale assieme ad altri 14 compagni e il 7 aprile successivo, venne condannato a tre anni di carcere e due anni di sorveglianza per associazione e propaganda sovversiva. Fu rinchiuso nel carcere di Fossano (Cuneo) dal 26 maggio al 13 agosto del '38.
Nei giorni del governo militare del gen. Pietro Badoglio, succeduto a Mussolini dopo il 25 luglio 1943, l'attesa che la guerra avesse fine si mescolò con il pensiero di come cacciare via i tedeschi dall'Italia, i quali, invece, proprio in quei giorni cominciarono a rafforzare la loro presenza militare. Nel mezzo di quei giorni, il 15 agosto 1943, cadde il centenario dei "moti di Savigno", l'eroico tentativo di una banda di patrioti della "Giovane Italia", di veri e propri guerriglieri, in lotta per l'unità e la libertà dell'Italia.