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Sala Bolognese (scontri)

1921 - 1925

Schede

Il 14.5.1921 a Sala Bolognese si ebbero numerosi scontri tra militanti socialisti e comunisti e squadristi fascisti, tutti impegnati nella campagna elettorale. Il giorno dopo si sarebbe votato per le politiche.
Il primo scontro, subito sedato dai carabinieri, si verificò in un emporio in località Certosa, dove i fascisti tentarono di bastonare 3 militanti socialisti.
Poco dopo, un altro scontro, con colpi di pistola e di bastone, si verificò lungo la strada comunale, nei pressi dell’emporio.
Dal rapporto della polizia risulta che una decina di socialisti percorrevano la strada in bicicletta cantando “inni sovversivi”. Una decina di fascisti intervennero per farli tacere e tra i due gruppi si verificò uno scontro violentissimo.
Restarono feriti i socialisti Ermenegildo Boriani, Armando Beghelli e Augusto Beghelli* e i fascisti Sebastiano Monari, Edmondo Monari e Umberto Vignudelli.
Il 18.5.1921 Sebastiano Monari morì per le ferite riportate.
La mattina del 15 una squadra fascista si recò da Bologna a Sala Bolognese e incendiò la Casa del popolo. I carabinieri fermarono una ventina di socialisti e non un solo fascista.
La magistratura rinviò a giudizio 14 persone per un omicidio e due mancati omicidi.
Il processo, iniziatosi l’1.5.1923, davanti alla Corte d’Assise di Bologna, si concluse con una dura sentenza perché i magistrati negarono agli imputati la natura politica dello scontro. Queste le pene: Noè Bastia 14 anni e 2 mesi; Armando Beghelli 11 anni, 9 mesi e 20 giorni; Augusto Beghelli 14 anni e 7 mesi; Giovanni Beghelli 14 anni e 2 mesi; Ermenegildo Boriani 11 anni, 9 mesi e 20 giorni; Amorveno Ermete Corti* 7 anni e un mese; Aldo Ferrari* 14 anni e 2 mesi; Pietro Ferrari* 14 anni e 2 mesi; Augusto Franceschini 7 anni e 11 mesi; Fernando Gamberini* 3 anni e 4 mesi; Ferdinando Pritoni* 7 anni e un mese; Mondo Pritoni* 14 anni e 2 mesi; Odoardo Roveri 14 anni e 2 mesi; Marino Trentini 7 anni e un mese.
Il processo ebbe un seguito. Bastia, come gli altri condannati, fu amnistiato nel 1927. Si trasferì a Bologna dove lavorò come muratore. Nel 1928, essendo disoccupato, tornò a Sala Bolognese. La sera del 22.2.1928, mentre si trovava in un’osteria, fu affrontato da Cesare e Nello Monari, due militi della MVSN fratelli di Sebastiano, morto nel 1921.
Cesare Monari lo uccise con un colpo di rivoltella alla testa. Al processo, svoltosi in Corte d’Assise il 2 e 3.7.1928, lo sparatore si difese dicendo di avere voluto difendere il fratello minacciato dal Bastia il quale, vistosi aggredito, aveva afferrato un attizzatoio dal caminetto.
Il pubblico accusatore chiese la sua condanna per delitto volontario, ma la Corte lo assolse, sostenendo - come si legge nella sentenza - che lo aveva «commesso per esservi stato costretto dalla necessità di respingere da sé e da altri una violenza attuale e ingiusta» (Assise di Bologna. 1924 al 1931, p.264).
Si trattò di una sentenza politica doppiamente scandalosa, dal momento che i fratelli Monari - entrati nel locale con il deliberato proposito di uccidere il Bastia - avevano già attentato alla vita di altre due persone processate per la morte del congiunto.
L’1.11.1924 Nello a Sala Bolognese sparò contro Fernando Gamberini, ferendolo alla gamba destra. Il 6.9.1925 Cesare, sempre a Sala Bolognese, sparò contro Ermenegildo Boriani e lo ferì ad un braccio.
In quell’occasione fu arrestato, ma non risulta che sia stato processato. [O]