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Francesco Sabatini detto/a Lenin

14 aprile 1870 - [?]

Scheda

Francesco Sabatini, «Lenin», da Lorenzo e Celeste Biondi; nato il 14 aprile 1870 a Granaglione; ivi residente nel 1943. Antifascista. Analfabeta. Boscaiolo.
All'età di otto anni incominciò a lavorare con il padre come boscaiolo recandosi in Sardegna. Per sbarcare il lunario nell'età giovanile «feci di tutto: il boscaiolo, il carbonaio, il manovale e lo stradino» emigrando temporaneamente in Sardegna o nella Maremma.
Richiamato alle armi nel 1890 fu inviato a Siena in fanteria e successivamente venne trasferito a S. Gimignano (SI) dove imparò a leggere e a scrivere. Al termine del servizio militare aveva acquisito una buona cultura.
Nel 1900 con la famiglia emigrò in Svizzera, dove incontrò i primi socialisti. Fece parte del comitato fondato dai fratelli Filippini per la diffusione delle idee socialiste.
Allo scoppio della la guerra mondiale fu costretto a rientrare in Italia. Richiamato alle armi, fu militarizzato nella stabilimento della SNI di Campo Tizzoro (S. Marcello Pistoiese - PT), dove iniziò a propagandare il socialismo fra gli operai, attività che proseguì successivamente per la quale fu soprannominato Lenin. Dopo il primo dopoguerra fu uno dei fondatori della Cooperativa di lavoro di Porretta Terme di cui divenne consigliere. Nominato assessore anziano del comune di Granaglione, espletò anche le funzioni di sindaco.
Negli anni Venti chiese il visto per ritornare in Svizzera, ma gli venne negato perché «elemento sospetto». Con la salita al potere del fascismo, nonostante le provocazioni e le minacce, non si piegò ai soprusi e continuò a professare le sue idee anche se questo significò mancanza di un lavoro stabile.
Il genero Alberto Franci e il nipote Hervé Franci caddero nella Resistenza. [C] Testimonianza in RB1.