Salta al contenuto principale Skip to footer content

Ermisio Cipollani detto/a Corrado

4 maggio 1897 - [?]

Scheda

Ermisio Cipollani, «Corrado», da Alfonso e Virginia Guidi; nato il 4 maggio 1897 ad Argelato; ivi residente nel 1943. Licenza di scuola tecnica industriale. Meccanico tornitore.
Seguendo le orme del padre - uno dei fondatori della sezione del PSI e della lega bracciantile di Argelato - aderì giovanissimo agli ideali socialisti e divenne propagandista tra i lavoratori della zona. Dopo la prima guerra mondiale, durante la quale fu richiamato, partecipò alle lotte operaie assieme al padre, il quale era vice sindaco socialista di Argelato.
Per non avere preso la tessera del sindacato fascista, il padre Alfonso fu bastonato e licenziato dalla Bonifica renana. Più di una volta padre e figlio subirono aggressioni dai fascisti nella loro abitazione.
Nel settembre 1920 partecipò alla occupazione della fabbrica e diresse la lotta all'interno dell'officina Cevolani dove lavorava come tornitore meccanico. Nel 1920 fu eletto assessore nella giunta socialista del comune di Argelato.
Durante il ventennio fascista, restò fedele alle sue idee, non si iscrisse ai sindacati fascisti e subì numerosi fermi e perquisizioni nella sua abitazione. Mantenne contatti con tutti i dirigenti socialisti della bassa bolognese e anche con Genuzio Bentini, il deputato socialista di Castel Maggiore.
Prima ancora della caduta del fascismo, promosse un comitato politico, assieme a rappresentanti comunisti e repubblicani, all'interno dell'officina SASIB dove lavorava. Nel pomeriggio del 26 luglio 1943, per festeggiare la caduta del regime, organizzò una manifestazione popolare ad Argelato, alla quale parteciparono oltre cinquecento persone.
Arrestato immediatamente dai carabinieri, fu tradotto nella caserma di San Giorgio di Piano e si assunse personalmente la responsabilità della manifestazione.
Con l'inizio della resistenza armata, divenne uno degli organizzatori della lotta di liberazione ad Argelato e nella Provincia, trasformando la sua casa in una base partigiana. Preavvertito da alcuni compagni, il 5 novembre 1943 sfuggi all'arresto da parte dei carabinieri.
Riparò nella zona di Altedo (Malalbergo) unitamente al figlio Dino, proseguendo la sua attività politico-militare.
Arrestato il 5 gennaio 1944 assieme al figlio, venne associato alle carceri di San Giovanni in Monte dove rimase sino al 5 febbario1944 quando riottenne la libertà a seguito del bombardamento che colpì il carcere. Ripresa l'attività partigiana, divenne uno dei responsabili militari del PSI per la bassa bolognese, alle dipendenze di Gianguido Borghese il responsabile dell'intera organizzazione militare socialista.
Ebbe incarichi di responsabilità anche nel CUMER.
Arrestato a Castel Guelfo di Bologna il 5 marzo 1945 riuscì a evadere cinque giorni dopo.
Militò nella 4a brigata Venturoli Garibaldi e nella 63a brigata Bolero Garibaldi.
Riconosciuto partigiano con il grado di capitano dal 9 settembre 1943 alla Liberazione. [O]