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Flondar - Il contrattacco austroungarico 4-6 settembre 1917

Battaglia 6 settembre 1917

Schede

 Dopo la fine della 11a Battaglia dell’Isonzo con la conquista della Bainsizza, il generale Capello ottenne da Cadorna l’autorizzazione a proseguire l’azione contro il solo San Gabriele, baluardo inespugnato della difesa austroungarica, la 3a Armata si preparò a sostenere il nuovo assalto della 2a Armata con la sua ala sinistra, l’XI° corpo d’armata. Il comando austriaco tuttavia, percepita la nuova minaccia cercò di pararla con un contrattacco da portare contro il centro della 3a Armata, cioè i corpi XXIII° e XIII°, oltre ad azioni isolate fin dopo Castagnevizza per tentare di recuperare almeno in parte il terreno perduto nei giorni precedenti. Nei primi giorni di settembre il tiro dell’artiglieria nemica si intensificò contro il centro della 3a Armata, tanto che le operazioni per il consolidamento delle posizioni appena conquistate andarono a rilento; poi un colpo di fortuna aiutò gli italiani: durante la notte tra il 3 e il 4 settembre una intercettazione telefonica svelò l’ora dell’attacco avversario, le truppe in linea che già erano state arretrate per il violento bombardamento, furono messe in allarme. L’assalto austroungarico iniziò alle 5 del mattino del 4 settembre, preceduto dal bombardamento contro la prima linea italiana, il tiro si allungò quindi sulle retrovie per bloccare l’accorrere dei rinforzi. Nel momento in cui le truppe nemiche uscirono dalle trincee, le batterie di campagna del XXIII° e XIII° Corpo d’Armata iniziarono un tiro accelerato di interdizione che sconvolse le fila degli attaccanti. In molti punti del fronte gli austroungarici furono respinti, in altri la battaglia andò avanti tutta la giornata; in certi settori si contarono almeno sette assalti nemici che ottennero parziali successi con la conquista di alcune linee di trincee. A metà del pomeriggio del giorno 4 le truppe italiane contrattaccarono il nemico costringendolo al ripiegamento, immediatamente l’artiglieria austriaca iniziò a sparare nella terra di nessuno per proteggerne il rientro. La prima ondata di fanti italiani fu bloccata, i rincalzi riuscirono a penetrare fin dentro le trincee austriache, il tiro dell’artiglieria nemica si fece allora di repressione e per gli italiani fu impossibile resistere, a sera i superstiti rientrarono alle linee di partenza. La notte del 5 settembre gli austriaci tornarono all’attacco concentrando gli sforzi contro le truppe del XIII° Corpo italiano, impadronendosi della quota 146 nei pressi di Flondar e resistendo ai tentativi di riconquista. Nella giornata del 6 riprese la battaglia, l’intervento della artiglieria di campagna e dei grossi cannoni d’assedio concorse in maniera decisiva a fermare il nemico. Nei tre giorni di battaglia le perdite italiane sommarono a 10.000 soldati fuori combattimento, molto gravi anche quelle austriache. Prigionieri fatti in battaglia confermarono che ad attaccare gli italiani erano state truppe della 41a divisione Honved nel settore del XXIII° Corpo d’Armata, mentre la 35a divisione ricostituita aveva attaccato davanti all’Hermada. L’analisi dello svolgimento della battaglia evidenziò che lo sfondamento austriaco era stato favorito dal mancato posizionamento di reticolati davanti alle posizioni conquistate alla fine di agosto, come successe tra Castagnevizza e Selo, alla quota 244; inoltre l’affollamento della prima linea (mancato scaglionamento in profondità) e l’affollarsi dei soldati nelle caverne aveva consentito agli austroungarici di penetrare nelle trincee facendo pure molti prigionieri e bottino di armi e munizioni. Tra il Comando Supremo Italiano e il comandante della 3a Armata, nei giorni seguenti, ci fu un intenso scambio di fonogrammi perché l’improvviso contrattacco nemico, pur dopo una violentissima battaglia come era stata l’XI° dell’Isonzo e l’insuccesso ottenuto da Capello contro il San Gabriele, portarono Cadorna a rivedere la sua posizione sulla possibilità pratica di riprendere la battaglia in grande stile contro il nemico a metà settembre.

Il 10 settembre Cadorna trasmise un ordine al comando della 2a Armata nel quale si indicavano come prioritari gli obiettivi da raggiungere assegnati alla 3a Armata, pertanto la le operazioni contro Tolmino erano sospese, perché “non compatibili con l’attuale disponibilità di uomini e munizioni”.

Paolo Antolini

Bibliografia: Mario Silvestri, Isonzo 1917, RCS libri, Milano, 2001.