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Portonovo (Scontro di)

9 Agosto 1920

Schede

Nel 1920 nella provincia di Bologna si svolse una vertenza agraria durata 10 mesi e conclusasi con il Concordato Paglia-Calda.
Durante l’agitazione si ebbero numerosi incidenti. Il 9.8.1920 nella tenuta Forcaccio a Portonovo (Medicina), in uno scontro tra lavoratori, si ebbero 4 morti e 5 feriti.
Tre agenti agrari (Gesù Ghedini e i fratelli Innocenzo e Celestino Modelli di Ferdinando) e tre lavoratori (Roberto Poletti, Luigi Barbieri e Nerina Vannini) erano intenti alla mietitura, quando centinaia di braccianti entrarono nell’azienda per sollecitarli a sospendere il lavoro e aderire allo sciopero.
I tre agenti agrari erano armati di fucili e rivoltelle. Nella prima relazione del sottoprefetto d’Imola, in data 9.9.1920, si legge che i dimostranti erano «armati di bastoni, vanghe, forcali, rivoltelle, fucili e altri strumenti».
In quella dell’11.9 non si parla di rivoltelle e fucili. Secondo il sottoprefetto i manifestanti aggredirono Ghedini e gli altri. Secondo la versione dell’altra parte, Poletti, Barbieri e i Modelli posarono le armi, pur rifiutandosi di interrompere il lavoro. Non altrettanto avrebbe fatto Ghedini. Dalle parole si passò ai fatti e si ebbe uno scontro al termine del quale si contarono 4 morti e alcuni feriti.
Nella rissa persero la vita Ghedini, Poletti e Barbieri; restarono feriti i Modelli e la Vannini. Tra i braccianti si ebbero un morto e 2 feriti. La vittima era Celestino Dovesi e i feriti Augusto Dovesi, padre di Celestino, e Alfonso Marchesi.
Furono arrestati 45 lavoratori, 33 dei quali rinviati a giudizio per 3 omicidi e 3 tentati omicidi. Il 12.11.1923 in Corte d’Assise comparvero 31 imputati perché 2 erano latitanti.
Il 30.11.1923 la corte emise questa sentenza: Eugenio Belletti 10 anni di reclusione; Angelo Brini 8 anni e 4 mesi; Guido Brini 10 anni; Giuseppe Cardinali 7 anni e 6 mesi; Giuseppe Caroli 7 anni e 6 mesi; Domenico Cesari 8 anni e 4 mesi; Innocenzo Cocchi 8 anni e 9 mesi; Francesco Dall’Olio 11 anni e 8 mesi; Augusto Dovesi 8 anni e 4 mesi; Pompeo Dovesi 9 anni, 8 mesi e 20 giorni; Adelmo Gollini 8 anni e 4 mesi; Alfonso Marchesi 7 anni e 6 mesi; Ettore Martelli 7 anni e 6 mesi; Luigi Martelli 7 anni e 6 mesi; Enea Modelli 10 anni; Giuseppe Nanni 10 anni; Pietro Sangiorgi 6 anni e 3 mesi; Alfredo Stignani 20 anni e 5 mesi; Aniceto Stignani 10; Arturo Zini 7 anni e 6 mesi. Geltrude Buttazzi fu amnistiata.
Furono assolti: Raffaele Buselli, Marino Lenzi, Ulisse Lenzi, Alfonso Mongardi, Arturo Nanni, Augusto Nanni, Attilio Poggi, Mario Poggi, Mentore Tubertini, Emilio Zanetti (Corte d’Assise di Bologna. 1922-1923, p.134).
Il 3.12.1923 furono processati, con rito abbreviato e difensore d’ufficio, i latitanti Antonio Gubellini e Luigi Poggi. Ebbero 30 anni di reclusione Poggi e 25 Gubellini. Espatriarono clandestinamente e si recarono in URSS. Poggi perse la vita in un gulag, durante le purghe staliniste. Gubellini si stabilì in URSS.
I fratelli Ettore e Luigi Martelli di Massimiliano, condannati a 7 anni e 6 mesi, sono persone diverse dai fratelli Ettore e Luigi Martelli di Alessandro che, nello stesso periodo, abitavano nella vicina Castel Guelfo di Bologna ed erano politicamente attivi in campo antifascista.
I fratelli Filippo e Innocenzo Modelli (incerta è la presenza di Celestino) il 17.11.1921 fecero parte della squadra fascista che entrò nell’abitazione del bracciante socialista Ugo Morara a Medicina, lo trasportò in strada e l’uccise a colpi di bastone. Anche se Morara non aveva partecipato allo scontro di Portonovo, il 30.1.1923 la Corte d’Assise di Bologna amnistiò i due Modelli, riconoscendo che quella e altre aggressioni erano fatte dai «fascisti contro gli elementi sovversivi del luogo a titolo di ritorsione per il grave eccidio di Portonovo».
A parere dei magistrati, i fascisti «andavano per le osterie in cerca di comunisti (ma Morara era socialista) e dove ne trovavano li bastonavano» . Per motivare l’amnistia, i magistrati - tre mesi dopo la “marcia su Roma” - sostennero che era «incontestabile che i fatti vennero determinati esclusivamente da movente politico» e che «nei medesimi concorre anche il fine nazionale» e che «i partiti nazionali hanno svolto (quell’azione punitiva) per rintuzzare, anche fino alle estreme conseguenze, l’attività dei sovversivi». Nella motivazione il magistrato scrisse che il provvedimento di amnistia emesso dal governo il 22.12.1922 - e da lui applicato era stato scritto «secondo la concezione fascista» (Corte d’Assise di Bologna. 1922-1923, pp.134 e seguenti).
Il 14.7.1944 Celestino Modelli fu giustiziato dai partigiani perché aderente alla RSI. Ghedini - a differenza di Barbieri e Poletti - figura nell’elenco dei caduti della “rivoluzione fascista” (I martiri del fascismo bolognese, p.10). [O]