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Novella Pondrelli

13 febbraio 1911 - [?]

Scheda

Novella Pondrelli, da Carlo e Adele Bandiera; nata il 13 febbraio 1911 a Molinella. Nel 1943 residente a Minerbio. Licenza elementare. Operaia. Iscritta al PCI. Nel 1923, quando i fascisti diedero il «bando» a circa duecento famiglie socialiste di Molinella, la sua era la prima della lista, (vedi Germano Pondrelli).
Mentre i fratelli maggiori Aldo, Marino e Roberto espatriarono in Francia, per sottrarsi alle persecuzioni fasciste, con il padre, la madre e gli altri fratelli, trovò prima precaria ospitalità alla Malvezza di Molinella, poi si trasferì a Minerbio.
A 14 anni cominciò a lavorare in risaia come mondina. Fece la bracciante e per qualche anno visse con lo zio Germano in provincia di Brescia. Nel 1930 si sposò con Oliviero Bordoni e l'anno seguente lo raggiunse in Francia, dove si era trasferito. Si iscrisse al PCI ed ebbe il compito, come ha scritto, «di svolgere lavoro politico fra gli emigrati, di organizzarli per difendere i loro diritti come lavoratori, e inoltre di portare avanti la solidarietà con i compagni condannati al carcere in Italia, nonché di assistere quelli che passavano (per la Francia, nda) per andare a combattere alla difesa della Spagna repubblicana».
Nel 1934 intervenne al Congresso mondiale delle donne che si tenne a Parigi. L'1 settembre 1939, - quando finì nelle mani della polizia un elenco dei dirigenti comunisti in Francia, nel quale era indicato anche il suo nome - fu emesso un mandato di cattura, nel caso fosse rimpatriata. Incaricata dal PCI di rientrare in Italia con il marito, «per sviluppare il lavoro politico contro la sciagurata linea bellicistica, nella quale il nostro paese veniva trascinato», l'1 ottobre 1939 fu arrestata a Domodossola (NO), appena varcato il confine.
Con il marito fu trasferita nelle carceri di San Giovanni in Monte (BO) e il 7 novembre 1939 assegnata al confino per 4 anni, per «attività antifascista all'estero». Analogo provvedimento fu preso nei confronti del marito. Andarono prima a Grottaminarda (AV), poi a Girifalco (CZ) e infine a Palata (CB). Tornarono in libertà il 24 agosto 1943.

Durante la lotta di liberazione militò nella 2ª brigata Paolo Garibaldi e nella 4ª brigata Venturoli Garibaldi e operò nella zona di Minerbio e in quella di Zola Predosa. Nel marzo 1944 entrò a far parte del comitato provinciale del PCI. Sino all'inizio dell'estate 1944 fu responsabile del GDD di Granarolo Emilia, Minerbio, Baricella e Malalbergo. In questi comuni organizzò numerose manifestazioni di donne contro le sedi comunali e le caserme fasciste. Dopo l'arresto del marito fu costretta a lasciare la zona di Minerbio. Nell'autunno-inverno si trasferì a Zola Predosa e diresse la lotta delle donne di quel comune, oltre che di Crespellano e Bazzano.
Riconosciuta partigiana, con il grado di tenente, dall'1 gennaio 1944 alla Liberazione. Fu designata dal PCI a far parte del primo consiglio comunale di Bologna, nominato dal CLN e dall'AMG. Testimonianza in RB5. [O]