Note sintetiche
Onorificenze
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Tra i più attivi e capaci organizzatori del movimento partigiano prendeva parte a vari combattimenti al comando di una brigata. Nel corso di un duro attacco avversario accorreva d'iniziativa con la sua formazione in aiuto di un presidio partigiano attaccato da soverchianti forze nemiche che stavano per avere il sopravvento, non esitando a lanciarsi al contrassalto alla testa dei suoi uomini. Gravemente ferito, rifiutava ogni soccorso e continuava imperterrito nella lotta fin quando il nemico non veniva definitivamente respinto.
Scheda
Eros Poggi, «Polino», da Giuseppe e Clara Ronzani; nato l’11 novembre 1920 a Castel San Pietro Terme; ivi residente nel 1943. Studente nella facoltà di medicina dell'università di Bologna.
Prestò servizio militare in fanteria a Udine e in Jugoslavia dal 1941 all'8 settembre 1943.
Dopo aver fatto parte dell'organizzazione militare del PdA, in collegamento con Renato Giorgi e Gilberto Remondini, nella primavera 1944 costituì un gruppo armato nella zona di Monte Calderaro, tra le valli del Sillaro e dell'Idice, che contribuì alla formazione, con altri gruppi, della 66ª brigata Jacchia Garibaldi.
Divenne comandante della brigata nell’estate, dopo la morte di Remondini e il passaggio di Antonio Mereu ad altra formazione. Lasciò il comando a Ercole Felici , dal 28 luglio al 9 settembre 1944, e lo riassunse nel pieno delle battaglie dell'estate-autunno, quando si riteneva imminente l'arrivo degli alleati.
Ai primi di ottobre la sua brigata si unì provvisoriamente alla 62ª brigata Camicie rosse Garibaldi per costituire il Gruppo brigate montagna.
Alla fine del mese, con un gruppo di partigiani della 66ª, si diresse verso la pianura per raggiungere Bologna e partecipare a quella che si riteneva l'imminente insurrezione.
Prese parte a numerosi scontri durante la marcia di avvicinamento e, a Bologna, partecipò alla battaglia di Porta Lame.
Tornato a Castel San Pietro Terme, ricostituì un forte gruppo di partigiani che diresse in numerose azioni sino a quando, per sfuggire alla cattura, lasciò il paese e si dirisse lungo la statale Montanara verso il fronte. Lo attraversò a Borgo Tossignano e si aggregò al battaglione della 36ª brigata Bianconcini Garibaldi, guidato da Libero Golinelli, che era stato riarmato dagli americani. Riconosciuto partigiano con il grado di maggiore dal 9 settembre 1943 alla Liberazione.
Gli è stata conferita la medaglia d'argento al valor militare.