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Pianoro (BO)

1919 | 1943

Insediamento

Schede

Sotto l'influenza della vicina Bologna, si diffusero, col nuovo secolo, le idee socialiste, così, nel 1911, anche Pianoro partecipò allo sciopero contro l'impresa per la conquista della Libia.
Nell'anno 1914, alle elezioni amministrative, la lista delle organizzazioni operaie di tendenza socialista conquistò la maggioranza. Fu eletto a sindaco Umberto Bianconcini, calzolaio, del PSI. Nelle comunali dell'autunno 1920 i socialisti, con due liste, conquistarono sia la maggioranza sia la minoranza e rielessero il Bianconcini.
Da quel momento in poi furono mesi terribili. Lo squadrismo fascista infierì sugli uomini e sulle organizzazioni dei lavoratori.
Ricordiamo una delle sue imprese, quella del 16 aprile 1921, da una cronaca coeva: «In seguito ad incidenti avvenuti tra socialisti e fascisti, questi ultimi si recano da Bologna a Pianoro
dove entrano nella Camera del Lavoro e nella Cooperativa.
Dalla Camera del Lavoro asportano mobili e imposte che incendiano poi in piazza. Nella Cooperativa devastano completamente il magazzeno rompendo bottiglie, damigiane e quanto altro capitava loro sotto mano. Eguale sorte tocca alla succursale di Piano di Macina. Nessun arresto viene operato, benché i carabinieri giunti da Bologna abbiano assistito a tutta l'opera distruttrice» (Fascismo, 286). I fascisti osteggiarono continuamente i consiglieri comunali. Fecero di tutto per rendere difficile la vita al sindaco: gli veniva negato anche il posto in corriera per recarsi a Bologna. La Giunta comunale dovette riunirsi fuori del municipio quando ormai le violenze fasciste arrivarono al punto di rendersi pericolose per l'incolumità delle persone. Il 12 agosto 1922 il consiglio comunale fu costretto a dimettersi.
Durante gli anni del regime fascista, quattro nativi di Pianoro furono deferiti, processati e condannati dal Tribunale Speciale (Aula FV); sei subirono condanne al confino di polizia per
atti d'opposizione (Confinati).
Quando in Spagna scoppiò la rivolta capeggiata dal generale Francisco Franco, quattro nativi di Pianoro parteciparono nelle file degli antifascisti internazionali in difesa di quella repubblica: Giuseppe Jaboli, operaio, che cadde sul fronte di Guadalajara; Mario Martini (classe 1901) che entrò nelle file della milizia popolare e morì in combattimento ad Irun; Nino Nannetti (v. Bologna) e Antonio Falchieri (classe 1912). Quest'ultimo, emigrato in Francia, e poi in URSS, nel novembre 1936 raggiunse la Spagna, dove militò nella Brigata Garibaldi in
qualità di commissario politico, rimanendo ferito nella presa del Castello Ibarra. Il Falchieri, poi, entrò in Francia alla fine del 1939, e, all'entrata dell'Unione Sovietica in guerra, si arruolò volontario nell'Armata rossa, quindi, destinato alla guerriglia, fu paracadutato in Jugoslavia, dove rimase gravemente ferito (Dizionario).
I pianoresi che scelsero il campo della lotta armata si aggregarono prevalentemente in gruppi che formarono poi la 62a Brigata "Garibaldi".