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Parapetto di pozzo con dedica sacra ad Apollo e al Genius Augusti

Fine del I secolo a.C.

Schede

Provenienza: San Pietro in Casale (Bologna), frazione Maccaretolo. Rinvenuto nel 1756.


TRASCRIZIONE

Apollini Genioque Augusti Caesaris sacrum

L(ucius) Apusulenus L(uci) l(ibertus) Eros magister puteum puteal laurus d(e) p(ecunia) s(ua)


TRADUZIONE

Sacro ad Apollo e al Genio di Cesare Augusto. Il magistrato Lucio Apusuleno Eros liberto di Lucio (ha dedicato) a proprie spese il pozzo, il parapetto e il boschetto di alloro


Questo parapetto da pozzo fu trovato in un terreno dei Padri Domenicani a Maccaretolo, sede, in età romana, di un popoloso e fiorente vicus. L’iscrizione, incisa in caratteri eleganti, ricorda la dedica da parte di un liberto con cognomen di matrice greca, di una serie di opere connesse ad un luogo di culto che doveva fare del proprio elemento principale l’acqua, proveniente da una vena idrica che scaturiva in quella zona. Vi era venerato Apollo, divinità idrica, salutare e oracolare, insieme al Genio dell’Imperatore Augusto, di cui Apollo era nume tutelare. Poiché Apusuleno è indicato come magister possiamo ipotizzare che il luogo di culto fosse una sorta di santuario territoriale, nel quale egli esercitava le proprie funzioni pubbliche, tra le quali celebrare i riti.

Curiosità: il Genius era una tipica entità della religione romana, uno spirito tutelare e vitale dell’uomo - ma anche di cose, edifici, località - che lo accompagnava dalla nascita (infatti al Genius era consacrato il dies natalis, il compleanno) fino alla morte. Il Genius dell’imperatore, creato proprio da Augusto, riassumeva in sé i Genii di tutti i Romani, diventando così oggetto di culto pubblico.

Il puteale entrò a far parte delle collezioni Universitarie grazie all'intervento di Papa Benedetto XIV, il quale volle che fosse portato nella Stanza delle Antichità dell'Istituto delle Scienze di Bologna e pubblicamente esposto immediatamente dopo la sua scoperta.

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Descrizione tecnica

Pietra d'Aurisina: 88x116 cm. Inv. 19056