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Putti e satiro musicante

1896

Schede

"Alla sua Maria nel sedicesimo anniversario della sua nascita Enrico Barberi dona. VII dicembre 1896". Questa è la dedica dipinta sul retro di questa terracotta in collezione privata che lo scultore dona alla figlia. Nell'800 era verso questa età che una bambina era ormai considerata una donna e quindi si comprende l'importanza che ebbe per il padre, tanto da eseguire questa graziosa opera di medie dimensioni, dalla forma polilobata simile alle decorazioni architettoniche tre/quattrocentesche. Sul fronte l'artista rappresenta in altorilievo tre figure giovanili. In alto due fanciulli nudi e semisdraiati si baciano mentre sorreggono una targa con la data di compleanno di Maria; in basso un giovane satiro suona la stringa. Le figure sono collocate entro una ambientazione rocciosa resa attraverso incisivi colpi di stecca, mentre un panno volteggia in alto a sinistra. Il tema dei putti doveva essere congeniale allo scultore, in quanto sono noti soggetti simili grazie ad una foto Poppi delle Collezioni Fondazione CaRisBo e da altre in collezioni private. L'omaggio alla figlia è al momento l'opera più tarda, in quanto le altre furono eseguite tra il 1879 e l'anno successivo.

Il soggetto ha carattere beneaugurale e scherzoso e l'inserimento del satiro lascia intendere che la giovane Maria possedeva una certa cultura. Su di lei ancora poco è noto, se non che anche lei si dedicò all'arte e che morì prima del padre, il quale ebbe una vita molto lunga e operosa. L'opera viene realizzata nel periodo della maturità di Barberi, in un momento in cui ormai era considerato tra i migliori scultori della città, dopo aver portato a compimento i suoi capolavori nella Certosa di Bologna: i monumenti Bisteghi, Borghi Mamo e Cavazza. Allo stato attuale delle conoscenze, dopo queste date la sua produzione monumentale sarà sempre più rara, in quanto concentrato nel ruolo di 'conservatore' della Fontana del Nettuno e di insegnante di scultura all'Accademia di Belle Arti ed al Collegio venturoli. Tre ruoli che lo impegneranno ben oltre l'inizio del XX° secolo.

Roberto Martorelli