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La Vanità

1823

Schede

Distingue la posizione del giovane Alberi una dichiarata preferenza per modelli cinquecenteschi, qui scelti nell'aera emiliana postibaldesca, sul genere di Lorenzo Sabbatini. Ch'era, per un giovane all'incirca ventenne, un modo per caratterizzarsi senza trascurare la tradizione locale, vantata con accenti sempre più accorati nelle prolusioni accademiche: non senza qualche probabile intesa con le impeccabili esercitazioni neocinquecentesche, che Luigi Sabatelli in questi stessi anni andava esibendo in Palazzo Pitti. Per un refuso tipografico, dal Giordani in poi il dipinto è citato come la Verità (l'esatto titolo in Atti Acc., ms., 1822, c. 136)

Clemente Alberi (1803 - 1864), La Vanità, olio su tela, cm 100 x 106. Concorso Curlandese 1823, piccolo premio di Pittura. MAMbo Collezioni storiche.

Renzo Grandi

Bibliografia: A.S. Bo., Archivio Storico Comunale, titolo X, Rubrica XIV, 1823; G. Giordani, 1846, p. 14; Cultura neoclassica e romantica..., 1972, p. 173. Testo tratto da "I Concorsi Curlandesi". Bologna, Accademia di Belle Arti 1785-1870, catalogo della mostra, a cura di Renzo Grandi, Bologna, Galleria d’Arte Moderna, marzo-maggio; Museo Civico, giugno-luglio, 1980.