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Insegne delle botteghe bolognesi

1796 | 1915

Schede

Fino a tutto l'ottocento, e ancora nei primi anni del novecento, le strade di Bologna erano costellate di insegne le più varie, che distinguevano le diverse attività esercitate. Poste all'esterno delle botteghe, oltre al richiamo pubblicitario avevano la funzione di riconoscimento del “luogo”, precorritrici degli attuali toponimi. Questo in tempi in cui, al diffuso analfabetismo si associava il raggruppamento in zone molto circoscritte di attività tra loro omogenee, come si può evincere dai toponimi più antichi: Battiferro, Carbonara, Cartolerie, Drapperie, Moline, Oleari, Tagliapietre, oltre ai tanti altri oggi scomparsi. Le insegne diventavano tante volte inamovibili, in quanto identificative del luogo cui erano legate, erano destinate a restarvi anche in caso di cessione o di trasferimento dell'attività. Si trattava quasi sempre di pitture sui materiali più disparati, o di sculture abbastanza ingenue, che venivano esposte all'esterno degli esercizi, non alieni dal farne uso, oltre ai commercianti, osti e albergatori, ma anche addetti alle arti liberali come medici, notai, architetti, cambiavalute, pittori e farmacisti.

Ben poche sono sopravissute all'ingiuria del tempo: tra queste la “B. V. di San Luca” (Farmacia Zarri in Via Ugo Bassi), “Oreficeria alla Castellata” (Coltelli Via D'Azeglio), al “Colombo” e alla “Campana” (Via Orefici) alla “Pigna” (Farmacia di Via Collegio di Spagna). Altre sono conservate nelle collezioni d'arte della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna: si tratta di 23 pezzi il cui nucleo principale è costituito da 13 insegne di oreficerie già collocate nei dintorni di Via Orefici e della scomparsa Via Spaderie. Ciò si deve agli sventramenti di via Rizzoli d'inizio Novecento, con conseguente esproprio di tante botteghe che lì avevano sede. Di molte altre però si conserva memoria, merito di una ricerca risalente al 1930 ad opera di Giuseppe Piazzi, allora Presidente della Società di Mutuo Soccorso Orefici (Le Botteghe degli Orefici di Bologna e le loro insegne, dal 1812 al 1911, Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio B4227), tutte elencate con i nomi dei relativi proprietari. Un’altra importante ricerca sulla materia è dovuta ad Athos Vianelli con il volume ”Vecchie insegne figurate bolognesi” raccolte dalla Cassa di Risparmio in Bologna, pubblicato nella "Strenna storica bolognese" del 1978.

Gian Luigi Coltelli