Salta al contenuto principale Skip to footer content

Antonio Graziadei

5 gennaio 1873 - 10 Febbraio 1953

Scheda

Antonio Graziadei, da Ercole e Giulia Trotti; nato il 5 gennaio 1873 a Imola.
Figlio di famiglia aristocratica, attorno ai vent'anni si orientò verso il socialismo. Fondò con Anselmo Marabini un circolo di studi e propaganda socialista nei primi anni '90 e nell'agosto 1893 aderì al PSI in occasione del suo secondo congresso.
Collaborò al periodico «Critica sociale» e poi ai giornali socialisti imolesi («Il Momento» e «La lotta» in particolare). Frequentò il laboratorio di economia politica dell'università di Torino. Dopo aver insegnato per alcuni anni all'istituto tecnico di Milano ebbe la cattedra di economia all'università di Cagliari e poi di Parma. Scrisse numerosi saggi teorici e politici nei quali introdusse elementi di revisione delle teorie marxiste e della linea politica del PSI. Nel 1898 fu schedato.
Dopo la morte dell'onorevole Andrea Costa (avvenuta il 19 gennaio 1910) subentrò al prestigioso pioniere socialista nel collegio elettorale di Imola. Qui fu rieletto nelle successive elezioni fino a quelle dell'aprile 1924, quando, per la seconda volta, fu presentato come esponente del PCI.
Di orientamento riformistico fu contrario all'impresa libica e alla guerra 1915-18 e nel dopoguerra si portò all'ala sinistra del PSI. In previsione del XVII congresso nazionale socialista diede vita assieme ad Anselmo Marabini alla cosiddetta «circolare Marabini-Graziadei», una piccola frazione all'interno del partito che si proponeva di fare da ponte tra la corrente di maggioranza capeggiata da Giacinto Menotti Serrati e quella comunista.
A Livorno, a seguito della scissione avvenuta in seno al congresso socialista, con Marabini e con la maggioranza degli aderenti alla «circolare» partecipò al congresso di fondazione del PCI il 21 gennaio 1921.
Fu membro del comitato centrale del nuovo partito e, come si è detto, deputato del gruppo comunista a nome del quale condusse battaglie parlamentari.
Nel 1924 gli fu tolto l'insegnamento universitario. Pubblicò nuove opere critiche sul marxismo ponendosi su posizioni di «destra». Dopo le leggi eccezionali fasciste venne dichiarato decaduto (come tutti i deputati dell'opposizione) dal mandato parlamentare.
Condannato al confino, poi la pena gli fu mutata in ammonizione. Nell'ottobre 1928, espulso dal PCI, si dedicò completamente allo studio. In seguito fu riammesso. Pur avendo abbandonato la vita politica attiva fino alla liberazione venne sempre strettamente controllato dalla polizia fascista. [AR]