Grassetti Anna

Grassetti Anna

25 Giugno 1815 - 9 Settembre 1896

Note sintetiche

Scheda

"Mazzini allora chiamò a sé Pasquale Muratori e mio marito, incaricandoli di formare nuovi Comitati per tutto lo stato Pontificio, sapendo che essi conoscevano tutti i buoni e veri patrioti non ché gli affigliati alla Massoneria; ma eglino rifiutarono, essendo già troppo compromessi e costretti a fuggire in cerca di un sicuro rifugio. Proposero però all'illustre triumviro, di affidarne l'incarico a me, garantendo per la mia segretezza e la perfetta conoscenza delle persone." (Anna Grassetti, in Memorie ed appunti intorno alla vita politica di Anna Grassetti Zanardi, autografo presso il Museo del Risorgimento di Bologna)

Anna Grassetti Zanardi nacque a Bologna il 25 giugno 1815. Figlia di Giovan Battista e Teresa Melotti, crebbe in un ambiente agiato. Della sua istruzione non sappiamo nulla. Possidente, poteva contare sulla disponibilità di un paio di servi e di alcuni contadini. Sposò Carlo Zanardi in giovane età.

I primi coinvolgimenti politici risalgono al moto di Savigno dell'agosto del 1843 quando si adoperò per procurare viveri e vestiario per i rivoltosi. Dopo il fallimento dell'insurrezione ospitò nella sua villa, situata nella località conosciuta come Il velo, diversi patrioti, definiti da lei “suoi prigionieri”, prima che questi prendessero la via dell'esilio. Nel “Diario-memoria”, scritto verso la fine della sua vita, racconta di come ospitava e proteggeva i compagni sconfitti a Savigno: “Io poi dovevo tenerli nascosti sotto la mia responsabilità; e per adempiere coscienziosamente a tale incarico, ho passato delle notti terribili. Li tenevo nascosti entro una vuota conserva da ghiaccio. Feci mettere per terra una quantità di strame e dei materassi, così essi passavano le giornate leggendo e mangiando […] Io ed i miei due fidi servi, un cuoco ed una cameriera, facevamo la sentinella una notte per uno, onde non essere sorpresi dalla forza”. Nel 1848, insieme al marito tornato in patria dalla Corsica grazie all'amnistia concessa da Pio IX nel 1846, Anna partecipò alla guerra in Veneto, aggregata al battaglione guidato dal bolognese Livio Zambeccari. Nel 1849 entrambi parteciparono alla difesa della Repubblica Romana: Carlo fu capitano di un corpo costituito da volontari, Anna fu addetta alle ambulanze. Ecco cosa scrive a riguardo la Zanardi: “Mentre tutta Italia insorgeva alla riscossa, costringendo così Pio IX ad abbandonare la città dei Cesari […] io e mio marito, capitano nel corpo comandato dal marchese Livio Zambeccari, partimmo alla volta di Roma. Colà mi dedicai a soccorrere i nostri feriti, sino a che Luigi Napoleone, già presidente della Repubblica Francese, scese a tradimento in Italia con un poderoso esercito, penetrò in Roma per abbattere la Repubblica che sostenne una lotta lunga e sanguinosa”. Dopo la caduta della Repubblica Romana nel luglio del 1849, Anna decise di tornare a Bologna. Tuttavia, Mazzini, su consiglio del marito Carlo, le affidò il compito di riorganizzare i centri cospirativi nel territorio bolognese e romagnolo. Questa intensa attività le valse l'appellativo “la prima mazziniana attivista”.

L'8 settembre 1852 cambiò la vita di Anna Grassetti Zanardi: venne arrestata dalle autorità austriache, benché non ci fossero prove contro di lei, e trasferita nella fortezza di Ferrara, dove fu reclusa per trenta mesi, in attesa del processo e della conseguente sentenza. Di questo periodo di prigionia, diciotto mesi li visse in assoluto isolamento senza alcun contatto, neppure epistolare, con l'esterno e fu vittima di vessazioni e soprusi (dovette infatti, dato che non confessava, assistere alle torture dei suoi compagni). Queste le sue parole in merito all'arresto: “Si venne in casa per la settima volta a farmi una lunga perquisizione […] sino ad allora non avevano mai trovato nulla. Mi misero sossopra tutta la casa senza aver potuto trovar altro che molti ritratti… Alla fine della perquisizione, vidi che si radunavano in un canto della stanza, cioè il Capitano tedesco, il Maresciallo dei Carabinieri e i due commessi di polizia...; e dopo aver fatto un conciliabolo, decisero di mandar a cercar un legno a due cavalli con otto carabinieri per circondarlo, essendo spaventati dalla gran gente che aspettava per vedermi uscire. Non bastavano otto carabinieri che stavano nel cortile interno a circondare le mie finestre e il gran numero di poliziotti che non potei neanche numerarli. Dopo dati questi ordini, mi dissero che mi vestissi perché avevano ordine di condurmi all'Ufficio della Carità per pochi momenti, giacché il Maggiore Schitz voleva farmi alcune interrogazioni e che sarei subito tornata a casa. Io mi misi a ridere, dicendo che non servivano tanti complimenti e che potevano dire liberamente che l'ordine era di arrestarmi”.

Il 18 gennaio 1855 ci fu la sentenza. La Zanardi venne condannata dal Consiglio di guerra austriaco inizialmente a vent'anni di carcere, poi ridotti a otto. Queste le motivazioni riportate da Federico Comandini: “venne legalmente convinta d'aver appartenuto alla Setta (cioè la Società Segreta Repubblicana voluta da Mazzini) come preposta al Circolo segreto degli studenti e prima ancora come facente parte dei Capi del Comitato succursale di aver tenuta la segreta corrispondenza, di aver accolto ed albergato nella sua abitazione Emissari, d'aver annuito a che nella sua casa la cui pigione era pagata coi denari della società si tenessero adunanze dei vari capi della setta, alle quali essa assisteva; fu pure convinta d'aver accettata ed eseguita la missione di formare Comitati rivoluzionari in Comacchio e Ferrara; d'aver cooperato alla diffusione di scritti e ritratti di persone appartenenti al partito sovversivo; insomma d'aver spiegato in ogni guisa somma attività per la causa rivoluzionaria”. Per sua fortuna grazie all'azione del Governo pontificio, il quale stava nel mentre tentando di avviare una politica conciliatrice con gli oppositori, non fu rinchiusa in un carcere militare, come invece volevano gli austriaci. Questi anni li trascorse infatti prima a Civita Castellana, poi a Roma, nel carcere di Termini e infine nel convento-carcere femminile del Buon Pastore, dove rimase fino al giugno 1857, quando venne posta in una sorta di “domicilio coatto” presso la famiglia Sabbatini, di origine bolognese e risiedente a Roma, che si fece garante per lei. Nel maggio 1858 ottenne la grazia e venne scarcerata con l'obbligo di dimora a Bologna. Probabilmente la liberazione fu dovuta all'intercessione presso il Pontefice da parte di alcune nobildonne bolognesi, quali Maria e Olimpia Hercolani e Teresa Simonetti. 

In seguito prese la decisione di seguire Garibaldi nelle sue campagne del 1860 e del 1867 come addetta al soccorso dei feriti. Fu quindi nel Napoletano, nel Lombardo-Veneto, nel Tirolo e a Monterotondo, mentre dovette rinunciare allo sbarco di Marsala e alla spedizione in Aspromonte per motivi familiari. Dopo l'annessione delle Legazioni al Regno d'Italia, la Zanardi divenne un simbolo per i democratici bolognesi. Molto frequenti e rilevanti le sue partecipazioni, rigorosamente in camicia rossa, alle manifestazioni popolari che si tenevano in città. Ricevette varie “medaglie al valor militare” e si dedicò alla scrittura del sopracitato “Diario-memoria”, con l'intento di non raccontare la storia del momento insurrezionale o la sua vita risorgimentale, bensì di porre in risalto la propria scelta politica.

Morì a Bologna il 9 settembre 1896 in via Remorsella all'età di 81 anni. Sepolta nel Cimitero della Certosa, nel 1902 venne spostata nel pozzetto 341 della Sala delle Tombe. L’articolo apparso sulla “Gazzetta dell'Emilia” che ne annunciò la scomparsa, scrive così: “La sua morte non è stata ricordata, né onorata. Eppure questa vecchia signora meritava per ciò che aveva fatto per la nostra unità – soffrendo e combattendo – le onoranze che si prodigano a tanti e tanti”.

Manuel Paolella

BIBLIOGRAFIA: G. Lupi, Grassetti, Anna, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 58, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002, pp.579-580. E. Michel, Zanardi Grassetti Anna, in Dizionario del Risorgimento Nazionale. Dalle origini a Roma Capitale. Volume IV. Le persone R-Z, Milano, Casa Editrice Dottor Francesco Vallardi, 1937, p. 627. G. Cavazza, Anna Grassetti Zanardi e la cospirazione mazziniana nelle Legazioni, Bologna, Bollettino del Museo del Risorgimento, XXIX-XXX, 1984-1985, pp.159-192. M. Gavelli, E. Musiani, Addì 8 settembre 1851 venni carcerata...”, Memorie di una mazziniana, Bologna, 8cento APS, 2022. Ultimo aggiornamento gennaio 2024.

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Il Memoriale di Anna Grassetti Zanardi
Il Memoriale di Anna Grassetti Zanardi

Il Memoriale di Anna Grassetti Zanardi, interventi di Angelo Varni, Elena Musiani, Mirtide Gavelli.

Bologna nella Restaurazione
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Bologna nella Restaurazione, 1814 | 1873. Intervista ad Otello Sangiorgi. A cura del Comitato di Bologna dell'istituto per la storia del Risorgimento italiano. Con il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. www.vedio.bo.it

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Bologna post unitaria
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Quadro socio politico della Bologna post unitaria nel periodo 1859-1900. Intervista ad Alberto Preti. A cura del Comitato di Bologna dell'istituto per la storia del Risorgimento italiano. Con il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. www.vedio.bo.it

Documenti
Donne e la guerra (Le)
Tipo: PDF Dimensione: 5.18 Mb

Piero Barbera, Le donne e la guerra. Tipografia Barbera, Firenze, 1916.

Sentenza per cospirazione
Tipo: PDF Dimensione: 4.69 Mb

Sentenza per cospirazione d'insorgere contro lo stato. Bologna, 25 dicembre 1844 (Moto di Savigno del 1843).