Schede
Di fattura corriva ed incerta, il dipinto si presenta ambiguo dal punto di vista formale e tematico. Appare forzato infatti l'innesto della tipologia statuaria del volto sulle forme desunte dalle Cleopatre del Reni e dalle Sibille del Domenichino, e al languore sentimentale delle bellezze reniane si ovrappone, nell'espressione ferma del personaggio, l'eco di quell'eroico che era dei tempi ed altrove ben diversamente rappresentato. Gli stereotipi della sfinge e della palma sullo sfondo sono da leggersi come omaggio al gusto egizio e al Palagi, più che in chiave di obiettività storica, e pertanto non modificano di molto il contenuto ancora letterario dell'immagine.
Giacomo Zurla, Cleopatra che si pone l'aspide al petto, 1825, olio su tela, cm 102 × 78. Concorso Curlandese, piccolo premio di Pittura. MAMbo Collezioni storiche
Daniela Ferriani
Bibliografia: G. Giordani, 1846, p. 14. Testo tratto da "I Concorsi Curlandesi". Bologna, Accademia di Belle Arti 1785-1870, catalogo della mostra, a cura di Renzo Grandi, Bologna, Galleria d’Arte Moderna, marzo-maggio; Museo Civico, giugno-luglio, 1980.