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Carlo Nicoli

19 agosto 1915 - [?]

Scheda

Carlo Nicoli, da Arturo e Ida Scardovi; nato il 19 agosto 1915 a Imola; ivi residente nel 1943. Perito industriale. Dirigente tecnico alla Cogne di Imola. Prestò servizio militare in artiglieria a Rimini (FO) e Piacenza dal 10 marzo 1936 all'1 febbraio 1938 con il grado di sottotenente.
Fu tra i primi a Imola, subito dopo l'inizio della lotta di liberazione, a organizzare gruppi armati, anche se venne adibito alla redazione de "La Comune", il periodico clandestino del PCI imolese.
Nel maggio 1944 preferì lasciare la città e salire sull'Appennino tosco-emiliano.
Militò nella 36ª brigata Bianconcini Garibaldi con funzione di comandante della 1ª compagnia. Si mise presto in luce per ardimento e capacità di comando, per cui il 15 giugno venne nominato responsabile di una delle venti compagnie in cui fu strutturata la brigata.
Prese parte a tutti i principali combattimenti che la formazione sostenne nell'estate. Il 12 settembre, in previsione dell'arrivo delle truppe alleate, ebbe l'incarico di liberare con anticipo Tossignano e aprire la strada ai soldati americani i quali, una volta sfondata la linea Gotica, avrebbero dovuto scendere lungo la statale Montanara verso Imola. L'importante centro abitato venne liberato, ma abbandonato pochi giorni dopo perché gli alleati procedevano lentamente e perché il 18 settembre il CUMER aveva ordinato alla brigata di applicare il piano studiato in previsione di quella che si riteneva l'imminente insurrezione popolare. La brigata fu divisa in quattro battaglione, i quali avrebbero dovuto dirigersi verso Faenza (RA), Imola e Bologna.
Ebbe il comando di quello che avrebbe dovuto partecipare alla liberazione di Imola. Poiché l'avanzata alleata continuava a procedere con estrema lentezza - nonostante i tedeschi avessero abbandonato molte posizioni sull'Appennino, dopo lo sfondamento della Gotica - decise di andare incontro alle fanterie americane.
Anziché verso Irnola, si spostò a sud, verso Monte Battaglia. Come ha scritto qualche anno dopo, il suo piano di battaglia prevedeva: «Occupare la zona in modo tale che contenesse al centro il sistema di alture. Combattere ai margini di tale zona, ripiegando lentamente fino al centro del sistema ed imporre tale situazione al nemico fino a che la linea del fronte non si fosse sovrapposta alla linea di accerchiamento. In questo punto ed in questo momento applicare i necessari combattimenti di rottura della prima linea del nemico, utilizzando, nella concentrazione di forze, anche il battaglione di riserva dei SAP.
Stabilire il congiungimento con gli alleati e mantenere, se il fronte avesse avanzato, il nostro settore sino a Imola». In sostanza aveva deciso di passare da una guerra di movimento a una di posizione. Occupando il Monte Battaglia, l'ultima difesa naturale che gli americani avrebbero dovuto superare prima di Imola, riteneva di compiere una mossa decisiva per la fine delle operazioni in quella zona.
Il 24 settembre occupò Monte Battaglia e Monte Carnavale. Il suo battaglione - al quale non si erano aggiunti i partigiani della brigata SAP Imola, perché non erano riusciti a risalire la vallata - per tre giorni difese l'importante posizione, nonostante i continui contrattacchi tedeschi, sostenuti dall'artiglieria. Il 27 settembre finalmente, arrivò un battaglione americano al quale fu consegnata l'altura. Per due giorni, partigiani e americani affiancati, difesero Monte Battaglia dai continui, furibondi assalti tedeschi, con gravi perdite da ambo le parti. Poi i tedeschi smisero di contrattaccare e gli americani si trincerarono, dicendo che lì sarebbero rimasti. Il 30 settembre, praticamente, il fronte si fermò.
Contro il suo parere - perché avrebbe voluto restare sulla linea del fuoco sino alla liberazione di Imola - il battaglione venne ritirato dal fronte, disarmato e portato a Firenze. Per poter continuare a combattere dovette arruolarsi come volontario - unitamente ad altri partigiani della brigata, a cominciare dal comandante Luigi Tinti - nella div Cremona. Prese parte a tutti i combattimenti che il suo reparto sostenne nell'inverno 1944-45 e nella primavera seguente sino al 22 febbraio 1945.
Gli è stata conferita la medaglia d'argento al valor militare.
Riconosciuto partigiano con il grado di capitano dal 9 settembre 1943 al 22 febbraio 1945. Testimonianza in RB5. [O]