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Monte Veliki Hribach (Cerje - Slovenia)

Fronte militare

Schede

Il Monte Veliki Hribak (o Hribach), letteralmente traducibile come "Monte Grande", spesso riportato nelle carte geografiche d'epoca anche come quota 343, è un'altura della parte settentrionale del Carso di Comeno, a picco sulla piana di Gorizia. (Da non confondere con il simile Veliki Hrib, a pochi chilometri di distanza a nord: una propaggine del Monte San Gabriele, a settentrione di Gorizia). La sua posizione dominante sulle alture circostanti e sulla pianura sottostante ne fecero un baluardo della linea difensiva austroungarica a seguito della discesa degli italiani nel Vallone carsico.

Queste posizioni vennero investite dalle truppe italiane già nelle prime fasi della sesta battaglia dell'Isonzo che portò alla conquista della città di Gorizia e, nel settore a sud della città, dell'altopiano carsico di Doberdò. Discesi nel Vallone però, gli italiani si trovarono di fronte a linee austro-ungariche preparate già da tempo sul giglione dell'altopiano di Comeno: nuove quote da assaltare in nuove battaglie. Questo spalto orientale del Vallone appariva ai loro occhi ancora quasi incontaminato, come era apparso più di un anno prima il primo gradone carsico ai primi soldati italiani che vi si erano avvicinati, provenienti dai confini. Se il Carso di Doberdò non sviluppava rilievi più alti di 270 metri, il Carso di Comeno arrivava a toccare i 464. Già nei mesi autunnali del 1916, con le famose tre "spallate", la settima, l'ottava e la nona battaglia dell'Isonzo, Cadorna credette di poter forzare queste nuove linee difensive austro-ungariche. Alcuni successi ottenuti in particolar modo nel settore settentrionale del Carso di Comeno illusero gli italiani di una nuova rapida avanzata in avanti, ma le difese in profondità austro-ungariche si rivelarono anche qui, ben presto, insuperabili. Caduta una quota ve n'era subito un'altra approntata a difesa da dover conquistare.

Il Veliki Hribak cadde in mani italiane il 1° novembre 1916, durante la nona battaglia dell'Isonzo che portò alla contemporanea conquista di altre quote limitrofe (Pecina, Pecinka) e ad un approccio alla nuova linea dfiensiva austriaca di Monte Fajti, il nuovo orizzonte da raggiungere. Si distinsero particolarmente nella conquista del Veliki Hribak i fanti della brigata Toscana, i "Lupi", al comando del torinese maggiore Giovanni Randaccio. Alla conquista del Veliki partecipò anche, come ufficiale di collegamento della 45a divisione, Garbiele D'Annunzio che venne insignito della medaglia d'argento al valor militare. In queste azioni di guerra fra Randaccioe D'Annunzio si creò uno stretto rapporto che portò poi il poeta ad idolatrare e a celebrare il maggiore alla sua morte avvenuta il 27 maggio 1917 nel settore delle foci del Timavo. Dopo la conquista italiana il Veliki Hribak, non a caso, lungo l’ex linea austriaca vennero installati vari osservatori d'artiglieria per permettere alle bocche da fuoco italiane di avere coordinate di tiro precise sui nuovi obiettivi da conquistare. La posizione dominante del Veliki Hribak, che lo rende visibile dalla distanza, è stato uno dei motivi per i quali le autorità slovene hanno scelto di costruire sulla sua vetta una imponente torre celebrativa dedicata ai caduti sloveni in tutte le guerre: la Grande Guerra, la Seconda Guerra Mondiale e nella Guerra dei 10 giorni che portò nel 1991 alla dichiarazione di indipandenza della Slovenia. La cima del Veliki Hribak, oggi nota come Cerje, è quindi oggi una meta di turismo.

Di Giacomo Bollini