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Marzabotto (Bo)

1919 | 1943

Insediamento

Schede

I primi movimenti organizzati dei lavoratori apparvero a Marzabotto agli albori del '900. Nel "biennio rosso" nuovi organismi sindacali, cooperativi e politici presero forma e si svilupparono. Agitazioni e scioperi rivendicativi furono condotti specie da stagionali impiegati in lavori per il rafforzamento della ferrovia "Porrettana", dai minatori addetti allo scavo delle gallerie, dagli sterratori e muratori adibiti alla costruzione della "Direttissima" e dalle maestranze della Cartiera di Lama di Reno. Nelle elezioni politiche del 16 novembre 1919, il PSI a livello comunale ottenne oltre il 79% dei voti. Nel 1920 i mezzadri svilupparono una vasta agitazione, primi fra loro i conduttori dei fondi del Conte Aria, per la conquista di un nuovo capitolato colonico. Nelle elezioni amministrative del 19 settembre 1920, il Comune, per la prima volta, venne conquistato dalle forze socialiste. Amedeo Nerozzi, già capolega dei mezzadri ed eletto consigliere provinciale e comunale, fu liberato dal carcere dove era rinchiuso per reati compiuti nel corso della lotta agraria (per i quali sarà amnistiato dalla Cassazione vari mesi dopo) e venne nominato sindaco dal Consiglio. Divenuto comunista fin dalla fondazione del partito, portò Marzabotto a schierarsi - come risulta dagli atti del 2° Congresso nazionale del Partito comunista d'Italia (Roma, 20-24.3-1922) - tra i quattro comuni amministrati da comunisti in tutta l'Emilia Romagna. Allo scatenarsi dello squadrismo fascista, il sindaco e gli altri dirigenti socialisti furono oggetto d'aggressioni violente Scoppiarono ripetuti scontri tra le parti. Dopo le elezioni politiche del 15 maggio 1921, i fascisti provocarono scontri con i socialisti ed i comunisti a Sibano, il 22 maggio, a Sirano, il 15 agosto, e a Sperticano il 17 ottobre. Nel novembre successivo il sindaco e l'intero consiglio comunale furono costretti a dimettersi. Il 1° maggio 1922, a Malfolle, Nerozzi radunò un migliaio di persone per la Giornata internazionale del lavoro e due giorni dopo fu arrestato. Il 29 successivo fu condannato a 40 giorni d'arresto ed ad una multa.

Dopo l'avvento dei fascisti al governo, nell'ottobre 1922, seguì una catena di misure sempre più restrittive per l'attività politica, sindacale, cooperativa e associativa. Gli esponenti socialisti delle organizzazioni dei lavoratori e gli amministratori degli enti locali furono costretti ad emigrare all'estero.
Nell'autunno 1925, Nerozzi, minacciato di morte e diffidato dal restare a Marzabotto dai fascisti e d'arresto da parte dei carabinieri, emigrò in Belgio. Durante gli anni del regime, Nerino Soldati (classe 1910), nativo di Marzabotto, fu arrestato nel 1933 con l'accusa di aver lanciato manifestini di propaganda e concorso all'esposizione di bandiere rosse, quindi condannato dal Tribunale Speciale nel luglio 1934 a 4 anni di carcere (Aula IV); altri tre nativi subirono condanne al confino di polizia per atti d'opposizione (Confinati). Un mese dopo lo scoppio della rivolta capeggiata dal generale Francisco Franco, Nerozzi accorse in Spagna in difesa di quella repubblica, militò nella Brigata Garibaldi, venne promosso tenente medico per meriti sul campo e, dopo aver partecipato a vari combattimenti, morì sulla Sierra Cabals, il 9 settembre 1938. La Pubblica Sicurezza fascista continuò a fare ricerche su di lui, fuori d'Italia e anche presso i famigliari residenti a Marzabotto, almeno fino alla fine del gennaio 1943.

La caduta di Benito Mussolini, il 25 luglio 1943, aprì speranze di libertà e di pace, oramai vicine. Purtroppo la fine del fascismo e la fine della guerra erano ancora tutte da conquistare. A Sperticano, "fra chiesa e osteria con don Giovanni [Fornasini, parroco della frazione] portato sulle spalle" si festeggiò la caduta del duce.