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Onorato Malaguti detto/a Rino

21 ottobre 1901 - [?]

Scheda

Onorato Malaguti, «Rino», da Armando e Attilia Fini; nato il 21 ottobre 1901 a Galliera. Licenza elementare. Operaio.
Figlio di salariati agricoli poverissimi, fece anche lui il bracciante e, non ancora quindicenne, entrò nell'organizzazione sindacale e divenne socio della locale cooperativa di consumo. Nel 1921 fu eletto segretario della CdL di Galliera. Invitato dai fascisti ad assumere la direzione delle loro costituende organizzazioni, a livello zonale, rifiutò sdegnosamente.
Nel 1923, si iscrisse al PSI.
Perseguitato, insultato, bastonato a più riprese dagli squadristi fascisti, sempre nel 1923, emigrò in Belgio. Qui, (dove lo raggiunsero la moglie ed il primogenito), come tanti altri italiani emigrati, per ragioni di lavoro o politiche, fece il minatore nel distretto di Charleroy.
Si iscrisse al PCI nel 1924 e l'anno successivo divenne responsabile della federazione comunista di Charleroy e componente del Comitato centrale dei gruppi comunisti nel Belgio tra gli emigrati italiani. Dopo aver lavorato in miniera per 3 anni, 9 mesi e 13 giorni, durante i quali contrasse la silicosi, passò a lavorare per circa altri 3 anni in qualità di operaio in fabbrica, senza mai trascurare i gravosi impegni politici. Dal Belgio venne espulso nel 1930 dopo essere stato condannato dal tribunale di Charleroy per attività comunista e antifascista.
Raggiunse l'Unione Sovietica dove, a Mosca, rimase circa due anni e frequentò la scuola di partito.
Nel 1932 si trasferì in Francia ove, a Parigi, fece parte dell'apparato clandestino del PCI; allontanato obbligatoriamente dalla capitale francese, andò a Marsiglia. Agli inizi del 1934 svolse attività nella Federazione italiana marinai (FIM). Nel dicembre 1934, per incarico della direzione comunista, rientrò in Italia e fece parte del centro interno. Operò particolarmente nella Puglia dove svolse un notevole lavoro di organizzazione.
Il 22 febbraio 1935 venne arrestato a Cerignola (FG). Fu imputato di propaganda antifascista, ricostituzione e direzione di una rete comunista «diretta a stabilire violentemente la dittatura di una classe sociale sulle altre» e deferito al Tribunale speciale. Da questo fu condannato, il 6 aprile 1936, a 17 anni di carcere. Venne relegato nel reclusorio di Fossano (CN), e poi in quello di Civitavecchia (Roma); da qui fu trasferito in quello dell'isola di Pianosa (LI) fra il 17 e il 25 aprile 1941. Dal carcere scrisse nobilissime lettere ai familiari ed altamente educative per i figli. Dopo aver scontato otto anni di carcere, venne liberato nell'aprile 1943.
Ritornò a Galliera, ma gli negarono ogni lavoro; si adattò a fare il calzolaio per guadagnare di che vivere.
Nelle ore successive al crollo del fascismo, tenne un comizio in un'osteria della frazione di San Prospero di Galliera, indi si impegnò nella ripresa su più vasta scala delle fila antifasciste.

Dopo l’8 settembre 1943 fu designato dal partito a svolgere la funzione di segretario della federazione comunista di Ferrara mentre riprese il lavoro in fabbrica.
Fortemente indiziato e ricercato dai comandi tedeschi e fascisti, fu costretto a lasciare quella provincia e si trasferì, nel gennaio 1944, a Bologna dove, in qualità di componente della segreteria della federazione comunista, ebbe incarichi di dirczione dell'attività operaia e di massa.
Nella mattinata del giorno della liberazione di Bologna, il 21 aprile 1945 guidò una manifestazione popolare - prefissata per quel giorno nella clandestinità - che sfilò per le strade centrali della città, incrociando le truppe alleate che sopravvenivano, e in piazza Maggiore pronunciò il primo discorso pubblico dopo la cacciata dei nazifascisti.
Dopo la liberazione di Bologna, fu designato a ricoprire la responsabilità di segretario generale della CCdL. Svolse in diversi momenti funzioni di comando e di commissario politico di brigate sappiste. Il figlio Giorgio cadde nella Resistenza.
Riconosciuto partigiano con il grado di maggiore dal 9 settembre 1943 alla Liberazione.
Il suo nome è stato dato a una rotonda stradale a Bologna.[AR]