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Lapide di L. Umbricius Secundus

lapide I-II secolo d.C.

Schede

Provenienza: Bologna, Basilica di Santo Stefano, poco lontano dalla porta Santa. Rinvenuta nel 1878.


TRASCRIZIONE

L(ucio) Umbricio

Secundo

VIviro (=seviro)

Nymphodotus


TRADUZIONE

A Lucio Umbricio Secondo, seviro, Ninfodoto (pose)

La lapide ricorda Lucio Umbricio Secondo di cui non ci viene detto altro se non che fu seviro, che rivestì cioè un ruolo sacerdotale legato al culto imperiale. La carica del sevirato ci lascia ipotizzare a buon diritto che Lucio Umbricio Secundo fosse un liberto, anche se questo dato non viene espressamente (e intenzionalmente) esplicitato dall’iscrizione. Ninfodoto è probabilmente il liberto di Umbricio che si incarica di realizzare il monumento funebre.

Curiosità: La piccola lapide è stata trovata, assieme ad altri elementi lapidei, presso la basilica di Santo Stefano,  dove fu riutilizzata come mero materiale edilizio.
In epoca tarda, infatti, il significato e il contesto di origine di queste pietre funebri passano decisamente in secondo piano rispetto alla necessità di avere materiale edilizio prontamente disponibile. Una pietra già squadrata e pronta all’uso era, insomma, una tentazione irresistibile.

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Descrizione tecnica

Pietra calcare: 58,4x24x 6,3 cm. Inv. 19081