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Lapide di Aurelius Gallus

lapide Metà del III secolo d.C.

Schede

Provenienza: Funo di Argelato (Bologna), Villa Orsi. Rinvenuta nel 1574.

TRASCRIZIONE

D(is) M(anibus)

Aur(eli) Galli trib(uni)

leg(ionis) VII Cl(audiae) qui in

bello Thracico

acie desideratus fuit vixit ann(is) XL

Aur(elia) Amma coniu-

gi karissimo cum

Galitta filia et Lae-

ta socera nationis

utri(u)sque Dardaniae

titulum posuerunt

TRADUZIONE

Agli Dei Mani di Aurelio Gallo, tribuno della legione VII Claudia, che cadde in battaglia durante la guerra di Tracia, a 40 anni. Aurelia Amma fece porre la lapide per il carissimo marito, insieme con la figlia Galitta e la suocera Lieta, entrambe di nazionalità dardana

La lapide, forse un cenotafio, è dedicata ad Aurelio Gallo, che ricoprì la carica di tribuno, cioè di ufficiale di alto grado, della legione VII Claudia. Questa legione, una delle più antiche dell'esercito romano, a partire dal II sec. d.C. fu di stanza a Viminacium, città a est di Belgrado, nella Mesia superiore, corrispondente circa all'odierna Serbia. Fu certamente in queste zone che Aurelio Gallo conobbe la moglie Aurelia Amma, cui si deve la realizzazione della stele e che fece orgogliosamente specificare nel testo di essere di origine dardana, cioè appartenente alla tribù illirica dei Dardani, che abitavano proprio la Mesia superiore. 

Curiosità: entrambi i coniugi portano un gentilizio imperiale - Aurelius - molto diffuso soprattutto nel III secolo d.C. Poichè sappiamo che chi otteneva la cittadinanza romana spesso assumeva il gentilizio dell'imperatore regnante, è molto probabile che i due fossero da poco diventati cittadini romani, forse proprio grazie al servizio nell'esercito di Gallo. Resta però ignoto il rapporto che legò questa famiglia straniera a Bologna e forse non sapremo mai perché un gruppo di persone originarie della Mesia avesse deciso di trasferirsi nel fertile e popoloso territorio centuriato a nord della colonia di Bononia.

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Descrizione tecnica

Marmo: 120,5 x 64,5 cm. Inv. 19100