Schede
Provenienza: Bologna, Basilica di Santo Stefano, chiesa di San Giovanni Battista, ora del Crocefisso. Rinvenuta nel 1620.
TRASCRIZIONE
Aurelia De-
cia Aurelio
Lucio coniug-
i mo (=meo) qi (=qui)
vix(it) an-
is (=annis) viginti du-
o die(bus) octo de qu-
ae nulla qaerel-
a (=querellam) pose (=possem) dicere be-
ne merenti posuit
TRADUZIONE
Aurelia Decia pose per il meritevole Aurelio Lucio, mio sposo, che visse 22 anni e 8 giorni, del quale non ebbi nulla di cui lamentarmi
La stele di forma parallelepipeda è semplicemente decorata sulla fronte dalla sola cornice che inquadra l’epigrafe dedicata da Aurelia Decia al marito, uomo evidentemente ineccepibile, dato che la moglie dichiara di non avere mai avuto nulla di cui lamentarsi durante la loro vita coniugale.
Curiosità: se non è in discussione l’amore della donna per il marito morto in giovane età, a noi moderni desta un po’ di confusione la lingua utilizzata per l’epitaffio. Ci appare sgrammaticata e ribelle: in questa età ormai tarda siamo lontani dall’ “età dell’oro” dello stato romano, che è sempre più schiacciato da inflazione, insicurezza sociale e popoli minacciosi ai confini, e anche la lingua di Cicerone è ormai soppiantata da espressioni più colloquiali.
Marmo bianco: 68,9x40,1x7 cm. Inv. 19034