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Armide Forni

6 Aprile 1909 - 16 Novembre 1977

Scheda

Nato a S. G. Persiceto il 6/4/1909, in una famiglia di cinque figli, aveva conosciuto nell’infanzia i tempi duri della guerra e la scarsità dei mezzi economici che lo avrebbero poi portato a cercare un riscatto nello studio in tempi in cui nella zona di Persiceto esisteva ancora l’analfabetismo.
Negli anni ’40 andava a lavorare in bicicletta alla DUCATI a Borgo Panigale, e la sera, a fine giornata di lavoro, a lume di candela studiava e si faceva interrogare dalla sorella Nerina che lo incoraggiava quando prevaleva la stanchezza, per prendere il diploma di ragioniere. Riuscì a ridurre il corso di studi di 5 anni in soli 3 anni e si diplomò.
Appassionato e autodidatta suonatore di violino, negli anni ’30 entrò a far parte del Gruppo “Mandolinistica Persicetana” insieme – fra gli altri - agli amici Santino Pancaldi, Luigi Luppi e Giuseppe Cappelli. Andavano a suonare, portando allegria e musica, nelle case di Persiceto ma anche nelle campagne dove facevano serenate, per proseguire poi negli anni ’50 a suonare per le serate danzanti alla balera estiva Shangri-là.
Nel giugno 1940, quando l’Italia entrò in guerra a fianco della Germania,cominciarono ad arrivare anche a Persiceto i primi sfollati, e durante il ventennio si creò un movimento antifascista che operava in clandestinità soprattutto nelle campagne a Tivoli, a Zenerigolo e all’Amola.
Nel Persicetano la presa di potere da parte delle forze germaniche avvenne nella notte tra l’8 e il 9 settembre 1943, e in autunno i vari gruppi di partigiani cominciarono ad agire con atti di sabotaggio.
Nel 1943 Armide Forni entrò a far parte della prima cellula locale del PCI e partecipò alla Resistenza nelle campagne persicetane contro l’occupazione nazista. I tedeschi facevano perquisizioni e arresti, portavano via anche il bestiame e altri beni. Raccontava, fra i suoi ricordi, che si era nascosto perfino in una porcilaia per sfuggire ai rastrellamenti.
Per la sua fiera opposizione al fascismo fu incarcerato in più riprese.
Il 26/1/1944 Armide Forni fu arrestato, insieme ad altri, per rappresaglia per l’esecuzione del federale di Bologna Eugenio Facchini. Per uno di loro si fucilavano 10 antifascisti.
L’intervento del comandante tedesco della Piazza di Persiceto sollecitato dal parroco mons. Cantagalli li salvò. Furono poi messi in libertà.
Il 19/5/1944, Armide Forni fece pervenire clandestinamente dalla Ducati, dove lavorava, a Riccardo Romagnoli un bigliettino nel quale scrisse testualmente “Caro Riccardo, ieri sera alle h. 20.30 sono stato chiamato su al Fascio con mio cognato Armando Minezzi.
Mi è stato proibito di venire in tua compagnia e di farmi vedere in qualsiasi luogo insieme a te…Ti consiglio, dal canto tuo, di non farti vedere in piazza a Persiceto.”
Per tutta l’estate e l’autunno 1944 l’azione partigiana si intensificò ed anche i rastrellamenti e le rappresaglie da parte dei tedeschi che ne seguirono per tutto l’inverno.
Nella notte tra il 21 e il 22 aprile 1945 giunsero i primi soldati alleati a Persiceto e finì il tempo dell’occupazione tedesca, si iniziarono ad affrontare gli enormi e difficili problemi della lenta ripresa della vita “normale”.
Dal convegno dei sindaci del circondario tenuto a Persiceto il 6/5/1945 era partita la proposta di ricostruire subito in ogni comune le cooperative. Le cooperative di consumo erano state spazzate via dalla violenza fascista. L’appello dei sindaci fu accolto dai persicetani, i quali nella seconda metà del 1945 ridiedero vita al movimento cooperativo. Successivamente la direzione della Cooperativa fu assegnata al rag. Armide Forni, che fu dirigente stimato e capace animatore dell’ente.
Dopo la Liberazione si giunse abbastanza presto alle prime elezioni amministrative, le quali ebbero luogo, in quasi due terzi dei comuni, nella primavera del 1946.
Per il comune di S.G.Persiceto la data fu fissata il 31 marzo 1946 e per la prima volta votarono anche le donne, Armide Forni divenne assessore nel primo Consiglio comunale dell’Italia Repubblicana.
Il Sindaco Giuseppe Drusiani (che era succeduto a Aristide Donati l’11 agosto 1946) fu sospeso l’8 novembre 1948, a seguito del delitto FANIN (Giuseppe Fanin fu ucciso a botte e a colpi di sbarra il 4 novembre 1948, da tre ragazzi iscritti al PCI locale), e poi destituito dal prefetto; per cui Armide Forni fu f.f. (facente funzione) di Sindaco dall’8 novembre 1948 al 28 luglio 1949 ma poi quando il Consiglio Comunale il 28 luglio 1949 venne appositamente convocato in seduta straordinaria a seguito del decreto presidenziale del 27 maggio precedente, Armide Forni fu nominato Sindaco effettivo di S.G.Persiceto dal 28/7/1949 al 12/6/1951.
Armide Forni aveva dimostrato di possedere un carattere deciso e un approccio rigoroso ai problemi già al momento della sospensione di Drusiani quando il caso Fanin stava drammaticamente incidendo sulle file della sinistra persicetana e occorreva una presa di posizione tanto chiara quanto ferma.
Le sue competenze professionali ed onestà intellettuale furono importanti per il governo del Comune nel difficile periodo della ricostruzione, e la sua serietà politica rappresentarono un sicuro punto di riferimento, che permisero al Pci di resistere e di attrezzarsi per le nuove sfide politiche.
Nella primavera 1949 venne deliberata dall’assemblea dei soci la liquidazione della Società per Azioni A.P.I. (Anonima Persicetana Industriale). Per la sinistra locale si presentò l’occasione di acquistare l’area immobiliare ex-Api.
Con il coordinamento finanziario dello stesso Armide Forni, i fondi furono raccolti attraverso una grande sottoscrizione popolare che diede i suoi frutti nonostante la povertà diffusa. Armide Forni ricordava (a proposito di trovare in pochi giorni una somma enorme per le tasche dei lavoratori) “da mille esili rivoli scaturì quanto occorreva per portare in porto” il progetto.
Il 5/11/1949 in via Rocco Stefani, nella sede dell’ex-API, davanti al notaio Cesare Sassoli di Bologna, fu costituita una Società Cooperativa a responsabilità limitata con la denominazione di Circolo culturale ricreativo democratico fra lavoratori. Tra i 26 soci che stipularono la costituzione della cooperativa c’era il rag. Armide Forni, il m.o Armando Marzocchi, Riccardo Romagnoli ed altri che entrarono anche a far parte del primo consiglio di amministrazione, eletti dopo che si erano riuniti in una assemblea generale.
L’inaugurazione ufficiale della Casa del Popolo avvenne il 25 settembre 1955 ma già nell’inverno 1951-1952 si tenevano conferenze, serate musicali e altre manifestazioni culturali, artistiche, ricreative.
La casa del Popolo fu dedicata a Loredano Bizzarri, (giovane 22enne di Calderara ucciso dal fattore Quinto Cenacchi dell’agrario Lenzi il 12 giugno 1949 nel corso degli scioperi per il rinnovo del contratto provinciale dei braccianti, dei salariati fissi e delle mondine). La costruzione fu possibile grazie al sacrificio di centinaia di volontari che prestarono la loro opera gratuitamente nei giorni festivi, la sera e nei periodi di tempo libero, fra i quali anche Armide Forni. Quando ci fu difficoltà a trovare i mattoni, squadre di lavoratori, donne e uomini, di notte andavano a recuperare con le carriole vecchi mattoni da edifici diroccati o dalle macerie lasciate dai bombardamenti). Le fondazioni furono scavate a forza di braccia con vanghe, badili e picconi. Nel 1949 non c’erano a disposizione i mezzi meccanici odierni (gru e macchine escavatrici), l’unica forza motrice erano le braccia e si faceva tutto con ponteggi di legno. E’ rimasto memorabile il getto del vasto solaio del primo piano, in paese se ne parlò per parecchio tempo.
Con le elezioni amministrative del 27 maggio 1951 Armide Forni, sindaco uscente, decise per ragioni personali di occuparsi soprattutto della sua attività di consulente aziendale e fiscale aprendo poi due uffici, uno a Persiceto e l’altro a Bologna.
E’ morto il 16/11/1977.

BIBLIOGRAFIA:

-Giuseppe Trevisi , Il Delitto Fanin , Il Mulino/Alfa Tape 1998, pp.40-51-55-56-78-80-da pag. 137 a pag. 143
-STRADA MAESTRA. Quaderni della BibliotecaComunale “G.C.CROCE” di San Giovanni in Persiceto - nr. 41/2° semestre 1996, pp.26-36-41-46-47-48-49-65-71
-Mario Gandini, Fascismo e Antifascismo,Guerra, Resistenza e Dopoguerra nel Persicetano, Comune di S.G.Persiceto , 1995, pp.170-175-219-220-234-299-300-301-336-563-564
-EMMA CASARI, “Nigrén” Storia di una donna,S.G.Persiceto,Edizioni Aspasia, 1999, pag.12
-A cura di Maurizio Garuti (con la collaborazione del prof. Mario Gandini), Quando il popolo mise su casa,Grafiche dell’Artiere, 2010, pp.13-28