Salta al contenuto principale Skip to footer content

Antonio De Biase detto/a Delfini

3 luglio 1909 - [?]

Scheda

Antonio De Biase, detto Antonino, «Delfini», da Giuseppe e Angiolina Pitrelli; nato il 3 luglio 1909 a Rocca Imperiale (CS). Nel 1943 residente a Bologna. Medico chirurgo. Aderente al PdA, militò nell' 8a brigata Masia GL. Medico presso l'ufficio d'igiene del comune di Bologna, fornì «documenti in bianco a sua firma ad elementi» del PdA.
Procurò «con diagnosi alterate l'esenzione al reclutamento per l'invio in Germania di carcerati detenuti» in San Giovanni in Monte (Bologna). Tra il giugno e il settembre 1944 operò particolarmente alle Caserme rosse (Bologna). Nominato capo dell'ufficio medico - composto da Amedeo Tarozzi, Dante Tantini, Arvedo Frabetti, Manlio Salicini, da un infermiere tedesco e da un ufficiale delle SS non medico - dal comando militare tedesco con il compito di visitare i rastrellati, provenienti specialmente dalla Toscana e dalle Marche, al fine di stabilire la loro destinazione o al lavoro in Germania, o al lavoro in Italia sulla base dell'idoneità fisica, non esitò a rilevare malattie inesistenti.
Quando la sua attività venne sottoposta ad un controllo «fu facile scoprire che [...] emetteva diagnosi false». «Fu schiaffeggiato dall'ufficiale delle SS che si era fidato delle sue diagnosi, poi fu portato in mezzo al campo e colpito ripetutamente con furia selvaggia con un calcio di fucile finché non cadde a terra svenuto e sanguinante.
Fu presa una cassa di legno, di quelle a stecche con le quali arrivava al campo la verdura, e ve lo rinchiusero lasciandolo in mezzo al campo mentre i deportati ammutoliti assistevano impotenti.
Per due giorni e due notti sentimmo uscire da quella cassa struggenti lamenti e non potendo far nulla l'unico modo di comunicargli la nostra riconoscenza e la nostra partecipazione fu di scandire il suo nome 'Dottore De Biasé' 'Dottore De Biase' [...]. Il terzo giorno la cassa con dentro quell'eroico Medico fu portata fuori e noi pensammo che ormai fosse morto. Invece era ancora in vita e per chissà quale interessamento fu portato in Ospedale dove fu curato tanto da poter tornare a casa» (Sergio Mariani).
L'ufficio politico del comando provinciale di Bologna della GNR, il 7 settembre 1944, decise di arrestarlo, insieme con gli altri dirigenti del PdA (vedi Massenzio Masia). Venne imputato di concorso nel reato addebitato a Massenzio Masia, Armando Quadri e Luigi Zoboli, cioè «di aver promosso in concorso fra loro una insurrezione armata contro i poteri dello Stato e di avere arruolato e armato i cittadini per insorgere contro lo Stato stesso». Ferito.
Riconosciuto partigiano dal 15 settembre 1943 alla Liberazione.
Gli è stata conferita la medaglia di bronzo al valore .. Il comune di Lucca gli ha conferito la medaglia d'oro alla memoria. [A]