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La Casa del Fascio e i gruppi rionali

28 Ottobre 1923

Schede

Bologna è una delle prime città in Italia a dotarsi della Casa del Fascio, istituzione nata per consolidare e propagandare il movimento mussoliniano, dopo la sua costituzione in partito politico.

All'inizio del 1922, il segretario Arpinati sceglie un antico edificio del centro, palazzo Ghisilardi-Fava, di proprietà del Comune, e ne affida il restauro all'architetto Giulio Ulisse Arata (1881-1962).

La ristrutturazione comporterà gravi manomissioni e alterazioni degli spazi interni e la rimozione e la perdita di numerosi resti archeologici (sul luogo si trovava anticamente un castello e poi il palazzo comitale). In breve tempo il palazzo diventa la vera e propria centrale operativa del fascismo bolognese. Vi trovano sede, oltre al partito, l'Università fascista, la cappella dei Martiri fascisti, la biblioteca (inaugurata il 1° marzo 1925), la redazione del periodico "L'Assalto" e del mensile "Vita Nova". Vi saranno inoltre un ufficio postale e telegrafico, un ristorante e un albergo diurno, "il più grande, il più moderno e il più completo fra gli esistenti in Italia", con 40 gabinetti, saloni da berbiere, parrucchiere per signora, depositi bagagli. A supportare l'attività del partito fascista vengono inoltre istituiti i gruppi rionali.

I gruppi saranno quattordici nel 1938, ognuno dotato di una propria sede nella periferia cittadina. Tra le sedi più connotate, quella del nucleo Malcantone del Gruppo Meloncello avrà il portone sormontato da due enormi fasci disegnati dall'ing. Gasparri, impegnato in zona nella costruzione della Funivia. Secondo Torquato Nanni, amico e agiografo di Arpinati, i gruppi rionali sono "il segreto della coesione e della disciplina" del fascismo bolognese, attraverso i quali esso ha "un quotidiano e metodico contatto col popolo". All'interno della sede, vera e propria "casa dell'operaio", si possono trovare l'ambulatorio medico, una piccola biblioteca, la sala cinematografica, l'asilo e la cooperativa.

Qui lo squadrista eleva il proprio spirito e "diventa un prezioso elemento di ordine sociale".

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