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La caduta in disgrazia di Leandro Arpinati

3 Maggio 1933

Schede

Il ras bolognese Leandro Arpinati cade in disgrazia a seguito di una lite (arrivata fino alla sfida a duello) con il segretario del PNF Starace: viene dimesso da Sottosegretario agli Interni e mandato al confino a Lipari. Il suo posto è occupato da Buffarini Guidi.
Pur rimanendo fedele a Mussolini, Arpinati aveva manifestato più volte segnali di autonomia rispetto al Duce ed era accusato di trafficare con avversari del regime, come l'ex direttore del "Resto del Carlino" Missiroli o la famiglia di Anteo Zamboni, il giovane attentatore di Mussolini nel '26. Oltre alle cariche politiche, Arpinati perde anche il lavoro nelle Ferrovie, per il quale era in aspettativa.

Inoltre non gli viene rinnovata la tessera del PNF.
Il confino di cinque anni gli sarà ridotto per la malattia della moglie.
Non potrà però allontanarsi dalla sua tenuta di Malacappa, presso Argelato.

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