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Tommaso Pietro detto/a Arcivescovo di Candia

1305 - Gennaio 1366

Scheda

ARMA: Partito di rosso e azzurro.
Lo Scudo è cimato da una croce trilobata d’oro e sormontato da un cappello vescovile con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: IO· CANDIAE EPIS· / GVBERNATOR / 1364· (Giovanni Vescovo di Candia, Governatore 1364).

La dicitura del cartiglio è errata. Il personaggio in questione è Pietro de Thomas o S. Pier Tommaso, francese, monaco carmelitano che fu prima Vescovo di Patti e Lipari (1354) poi di Corona in Peloponneso, indi Arcivescovo di Candia (1362) e successivamente Patriarca di Costantinopoli (1364).

Pier Tommaso nacque intorno al 1305 da una famiglia povera (suo padre era servo), in una località del Perigord che si ritiene essere stata Lebreil, frazione di Sales de Belvès. Nel 1325 viene ammesso nel Convento dei Carmelitani della città di Bergerac.
La sua vasta cultura, unitamente alle sue doti oratorie, gli fecero meritare la nomina a Procuratore Generale del suo Ordine (1345) che lo inviò presso la Curia Papale ad Avignone.

Una volta completati i suoi studi a Parigi che lo vedono proclamato maestro di teologia, la Santa Sede lo invia prima a Venezia (1353) come intermediario papale nella contesa tra Genova e Venezia e poi a Napoli in difesa degli interessi delle figlie di Carlo di Durazzo.
L’anno successivo è in missione diplomatica presso il Re dei Serbi; Innocenzo VI lo nomina poi Legato Papale per trattare l’unione politico-religiosa con la Chiesa Bizantina. 

Nel 1357 era a Cipro presso Ugo di Lusignano e nel 1359 diviene Legato Papale per tutto l’Oriente. Due anni dopo, insieme a Filippo de Mezières Segretario del Re di Cipro, che fu anche il suo primo biografo, torna in Europa per preparare la causa di una nuova crociata contro i Turchi.
Il nuovo Papa Urbano V accoglie favorevolmente il progetto e, dopo averlo nominato Arcivescovo di Candia, lo invia in Italia (1363) a trattare la pace con Bernabò Visconti.
Rientrato in Avignone l’anno successivo, riceve il titolo di Patriarca di Costantinopoli e di Legato Papale alla Crociata. Quest’ultima, che portò alla conquista di Alessandria (1365), si concluderà poi con l’abbandono della città ed il rientro a Cipro dell’Armata Crociata.
Quando il Papa nominò Androino de la Roche suo legato in Romagna, in sostituzione dell’Albornoz, l’Arcivescovo di Candia divenne il suo vicario.
Il Ghirardacci scrive che l’11 gennaio del 1364 egli riceveva come Vicario del Legato Androino, le chiavi della città dalle mani di Daniele del Carretto.
Qui, per altro, fu tra i fondatori della cattedra di teologia dell'Università di Bologna, cattedra istituita per volontà di Urbano V nello stesso anno.
Morì in Famagosta nel gennaio del 1366 e fu subito venerato come Santo. Il suo culto venne confermato da Paolo V nel 1609 e poi da Urbano VIII nel 1628.

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