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Corrado Carracciolo

circa 1360 - 15 Febbraio 1411

Scheda

ARMA: Troncato, nel 1° d’oro, nel 2° bandato d’azzurro e di rosso.
Lo scudo è cimato da una croce trilobata d’oro e sormontato da un cappello cardinalizio con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: COVRADVS CARD. CARACCIOLVS NEAPO. LEGAT. AT 1410 (Cardinale Corrado Caracciolo. Napoletano. Legato 1410.)
Sia il Crollalanza che lo Spreti danno per i Caracciolo: Bandato d’oro e di rosso al capo d’azzurro che è anche l’arma che si trova scolpita sul sepolcro, posto nel Duomo di Napoli, di Bernardino vescovo della Città, vissuto nel sec. XII.

I Caracciolo sono una delle famiglie più antiche e nobili di Napoli, di cui si hanno notizie sin dal IX secolo.
Da un Ligorio vivente nel 1290 ebbero origine due grandi linee: i Caracciolo-Rossi ed i Caracciolo-Pasquizi e da questi ultimi, una terza linea i Caracciolo del Sole. È probabile che anche i Carafa siano originati da questa grande famiglia, come già detto.
I Caracciolo godettero nobiltà in Napoli, Lecce, Lucera, Benevento, Avellino, Palermo, Venezia, ecc.
Innumerevoli i membri della famiglia che si distinsero, nel campo delle armi e delle lettere; essa ha dato inoltre alla Chiesa otto Cardinali e 14 tra Vescovi ed Arcivescovi. Altri furono Gran Siniscalchi (tra i quali il celebre Ser Gianni al tempo della Regina Giovanna nel 1419), Vicerè, Gran Camerlenghi del Regno, Marescialli, Generali ecc.
I Caracciolo furono anche Signori di ben 361 feudi oltre che di numerose contee, marchesati, ducati e principati.

Corrado Carracciolo apparteneva al ramo dei Caracciolo-Rossi e nacque intorno al 1360. Della sua giovinezza si sa poco; le prime notizie sicura lo riportano a Roma nel 1392 presso la corte di Bonifacio IX, con cui era imparentato, con la qualifica di canonico napoletano, suddiacono e cubiculario pontificio.
Nel 1394 era Vicecamerlegno e l’anno successivo divenne Vescovo di Nicosia, dopo aver ottenuto l'elevazione al rango prelatizio e di seguito il titolo di camerlengo; probabilmente queste cariche sono dovute unicamente alla parentela col papa, in quanto il Caracciolo non si era distinto in nessun modo dal 1392 in poi.
In questi anni ricevette numerosi benefici (parrocchie, canonicati e prepositure) non solo in Italia, e ad ottobre del 1402 ottenne il vescovato di Mileto.
Alla morte di Bonifacio IX avvenuta il primo ottobre del 1404, toccò a lui di allestire il Conclave in qualità di Camerlengo ed il neo eletto Innocenzo VII, come ricompensa lo creò Cardinale Prete con il titolo di S. Crisogono, nell’anno successivo.
Il 30 novembre del 1406 fu tra gli elettori di papa Gregorio XII e fu incaricato di portare avanti le trattative per comporre lo Scisma d’Occidente con gli inviati del papa francese Benedetto XII.
Il Caracciolo, resosi conto che Gregorio XII non aveva alcuna intenzione di portare a buon fine queste trattative, abbandonò la Curia nel 1408 e si recò prima a Pisa e poi a Bologna per la preparazione di un Concilio che avrebbe dovuto porre fine allo scisma.
Come i suoi confratelli, non seguì l'invito di Gregorio XII di presentarsi alla Corte, pena la revoca dei benefici. Quando il papa decise di sostituirlo nel vescovado di Mileto, il Concilio (che si era formato nel 1409 a Pisa) rifiutò di accogliere la decisione.
Lasciata Bologna si recò a Pisa per prendere parte al concilio e testimoniare contro i due papi e partecipò al conclave che elesse Alessandro V. 
Il neo eletto lo nominò Legato «a latere» per la Lombardia con sede a Bologna dove entrò l’8 settembre del 1409.
Alla morte di Alessandro V partecipò poi all’elezione di Giovanni XXIII, Baldassarre Cossa, che era un suo parente.
Morì a Bologna il 15 febbraio del 1411 e fu sepolto nella Cattedrale di S. Pietro.