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Pier Luigi Carafa

18 Luglio 1581 - 15 Febbraio 1655

Scheda

ARMA: Di rosso a 3 fasce d'argento. Lo scudo è cimato da una croce trilobata d'oro e sormontato da un cappello cardinalizio con cordoni e fiocchi laterali.
Lo scudo è cimato da una croce trilobata d'oro e sormontato da un cappello cardinalizio con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: PETRUS ALOYSIVS CAR. CARAFFA LEG. 1651 (Cardinal Pier Luigi Carafa. Legato. 1651.)

La famiglia Carafa è un’antica e storica famiglia napoletana derivata, a quanto sembra, dalla famiglia Caracciolo e precisamente da Gregorio di Giovanni Caracciolo vissuto nel XII sec. I Carafa si divisero poi in due grandi rami, uno detto della «spina» il cui capostipite fu un Andrea, famiglio alla corte della Regina Giovanna, appartengono i principi della Roccella, i duchi di Forlì ed i duchi di Traetto. Pare che i Carafa di questo ramo adottassero la «spina» per evitare confusione con l’arma di Ungheria che è di rosso a tre fasce d’argento. I Carafa della «stadera» (una stadera posta in punta) usarono questo emblema in segno di giustizia e di equità.
La famiglia nel suo complesso fu feudataria di più di 300 fra terre e città. Fra i suoi membri si conoscono valenti capitani, condottieri, letterati, Cavalieri di Malta; essi furono inoltre Principi del S. R. I., Grandi di Spagna, ecc.
Alla Chiesa dette un Papa: Paolo IV e ben 17 cardinali tra i quali personaggi storici di grande rilievo.

Pier Luigi Carafa nacque a Napoli nel 1581 da Ottavio e da Costanza Carafa dei Conti di Policastro.
Studiò presso i Gesuiti dove conseguì la laurea in teologia, completò poi i suoi studi addottorandosi in «utroque jure».
Trasferitosi a Roma nel 1607 divenne Referendario delle Due Segnature poi Vicelegato a Ferrara e nel 1614 Governatore di Fermo.
Nel 1624 fu nominato Vescovo di Tricarico ed inviato Nunzio a Colonia dove restò fino al 1634. Lungo l'arco di questi 10 anni, l'indefessa attività del Carafa rivolta alla riforma dei costumi ecclesiastici ed all'introduzione dei decreti tridentini, ottenne importanti risultati riscuotendo l'apprezzamento anche dei Principi protestanti. Decisa fu la riforma degli ordini monastici.
Dal novembre del 1626 diede inizio a un programma di visite a chiese e conventi, che spesso erano accompagnate da contrasti coi religiosi che si rifiutavano di sottostare alle disposizioni del nunzio.
Rientrato a Roma si ritirò nella sua diocesi di Tricarico dove rimase 10 anni. Qui si dedicò alla cura delle anime e all'ingrandimento della chiesa, riedificò il seminario, appartandosi dalla scena politica per tutti questi dieci anni.
Nel 1645 Innocenzo X lo nominò cardinale dei SS. Silvestro e Martino ai Monti. Rientrato nella vita politica partecipò alle più importanti congregazioni in Roma.
Venne poi nominato nel 1651 legato a Bologna, dove trovò la città in uno stato di disordine. Uno dei problemi fondamentali era un folto gruppo di facinorosi che turbavano l'ordine pubblico, comandati da Carlo Costa.
Il Carafa ne ordinò la cattura, ma il piano fallì e Costa si rifugiò nel monastero di S. Salvatore. Svanita la speranza di un regolare processo, il Carafa decise di adottare la linea dura e assaltò il monastero. 
Usò la stessa durezza per colpire i nobili rivoltosi e risolse nel contempo il problema della penuria di sale che faceva temere l'esplosione di tumulti popolari.
Dietro sua richiesta lasciava la legazione nel 1652, per motivi di salute, e rientrava a Roma.
Qui morì il 15 febbraio del 1655 mentre era in Conclave, ove la sua elezione al soglio pontificio era ritenuta molto probabile.