Salta al contenuto principale Skip to footer content

Granaglione, (BO)

1919 | 1943

Insediamento

Schede

Granaglione comune d'alta montagna all'estrema periferia della provincia bolognese. Uno dei primi agitatori di progetti nuovi fu il boscaiolo Francesco Sabatini che, arricchito culturalmente da intense letture compiute durante e dopo il servizio militare e dall'esperienza acquisita nei lunghi periodi di lavoro in Svizzera e poi, nello stabilimento militare di Campo Tizzoro, propagandò fra i lavoratori granaglionesi le regole elementari dell'orario di lavoro, del salario e dei diritti e, per questo, dopo il 1917, fu soprannominato "Lenin".

Nelle elezioni amministrative dell'ottobre 1920, per la prima volta, i socialisti conseguirono la maggioranza nel Consiglio comunale, che elesse a sindaco Bartolomeo Marconi. Le attività dei fascisti locali, che fra l'altro perseguitarono "Lenin" e tentarono più volte di bastonarlo, determinarono difficoltà all'amministrazione eletta che fu sciolta con la nomina di un Commissario prefettizio.
Dopo il periodo commissariale succedettero le elezioni "false", alle quali parteciparono solo liste fasciste e che aprirono la strada ai Podestà. Sabatini fu ancora più bersagliato perché, il 6 aprile 1924, giorno dedicato alle elezioni politiche generali, annullò la propria scheda disegnando un serpente con la testa di Mussolini. Durante gli anni del regime fascista, Bonfiglio Reni (n. nel 1917 a Granaglione), falegname, fu deferito al Tribunale Speciale che lo condannò a 4 anni di carcere e 2 di vigilanza (Aula IV) e Giovanni Borgognoni (classe 1866), bracciante, fu assegnato a tre anni di confino di polizia per offese al capo dello stato e ai militi fascisti (Confinati e Dizionario).
Dopo che in Spagna, dal luglio 1936 scoppiò la rivolta capeggiata dal generale Francisco Franco contro il legittimo governo, Attilio Agostini partecipò nelle file della XIVa Brigata Internazionale in difesa di quella repubblica, rimase ferito in combattimento e, rientrato in Francia, militò nei "Francs Tireurs Partisans" nella lotta contro gli occupanti tedeschi (Spagna).
Il fascismo e la monarchia, che nel giugno 1940 avevano portata l'Italia in guerra al fianco dei nazisti, un anno dopo magnificavano ancora la vittoria. Mentre la conflagrazione si allargava e si aggravava e diveniva sempre più dolorosa per gli italiani, continuava un atteggiamento guerresco. Così, il 15 agosto 1941, il principe Umberto di Savoia già comandante del Gruppo Armate dell'Ovest, che, nel giugno 1940, aveva "pugnalato alla schiena" la Francia e fallita la battaglia delle Alpi (EAR) - giunse a Granaglione e, in località Capanne, assistette a manovre militari che si svolsero tra le scoscese montagne circostanti, ritenute, già secoli addietro, "luogo munito e di osservazione" dai longobardi.
Nel secondo e nel terzo anno di guerra la situazione peggiorò ancora. Dal volume Il mondo di Granaglione, rileviamo alcune notizie sulla situazione causata dalle restrizioni alimentari, dalle leggi razziali, dai bombardamenti, nell'anno fra il luglio 1942 e l'agosto 1943: "10 luglio 1942, Annotazione di un Diario granaglionese: "Cominciato a patir la fame". Ottobre 1942, Si deve denunciare in Comune anche il raccolto delle castagne. Crescono gli sfollati: ex granaglionesi, conoscenti di famiglie locali. 14 dicembre 1942. Giunge una famiglia di cinque ebrei e viene nascosta in canonica. Agosto 1943. A rendere un po' meno disagiata la situazione alimentare si ha un abbondante raccolto del grano, che viene battuto a mano sulle piazzette (Navona, Poggiolo, Chiesa) coi "corgiali" (due legni collegati da una corda; uno si tiene in mano e con l'altro si battono i mannelli sul lastricato), come si faceva nei tempi antichi".
Durante i "quarantacinque giorni" del governo del gen. Badoglio, il 3 settembre 1943, il maresciallo maggiore comandante int. la tenenza di Vergato segnalò che nella frazione di Molino del Pallone era stato trovato un volantino edito dal "Partito dei comunisti libertari", forse della città di Firenze, nel quale, fra l'altro, si rivendicavano: "Abolizione della Monarchia, responsabile prima del ventennio di servaggio fascista, ed instaurazione di una repubblica del Popolo Italiano. Stipulazione di un sollecito armistizio e di una pace onorevole che tronchi un conflitto che nessuna deliberazione popolare ha mai sanzionato. Piena restaurazione dei principi di libertà... Giusta ed inesorabile condanna di ogni crimine fascista... Diritto di tutti al lavoro e all'egualitaria ripartizione delle ricchezze; conseguente abolizione di ogni classe sociale... Uguaglianza civile e politica della donna... Diritto pieno ed assoluto di ognuno alla libertà individuale, di culto, di organizzazione. Stampa e propaganda, solide salvaguardie contro ogni forma di dittatura".

Fonte: L. Arbizzani, Antifascismo e lotta di Liberazione nel Bolognese, Comune per Comune, Bologna, ANPI, 1998