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Giovanni Goldoni

2 maggio 1870 - [?]

Scheda

Giovanni Goldoni, da Raffaele e Filomena Mezzetti; nato il 2 maggio 1870 ad Anzola Emilia. Colono. Iscritto al PSI. Anche se oggi è quasi sconosciuto e ignorato, fu uno dei principali dirigenti del mondo contadino bolognese all'inizio del secolo. Operò in silenzio, ma con grande fede e decisione e per questo fu duramente perseguitato dalla classe agraria e dal fascismo.
Fu il classico capolega contadino, una figura nuova nelle campagne padane, tra la fine del secolo XIX e l'inizio del XX, e insolita per il ruolo che assunse, sia per le lotte agrarie sia per lo sviluppo dell'economia nelle campagne. Iscrittosi al PSI nel 1900, tre anni dopo diede vita alla prima lega di mezzadri e di affittuari ad Anzola Emilia. In un momento in cui il PSI e la Federterra si preoccupavano quasi esclusivamente di organizzare i braccianti, comprese l'importanza e la funzione dei mezzadri nelle lotte contadine. Contro l'opinione di molti, fu sempre un sostenitore dell'alleanza tra coloni e braccianti. Nel 1905, quando il PSI conquistò l'amministrazione comunale, fu eletto sindaco. Sotto la sua guida - resterà in carica sino al 1921, quando fu cacciato dai fascisti - Anzola Emilia conobbe un grande sviluppo e furono risolti problemi secolari come quello dell'acquedotto, delle scuole, delle strade e delle abitazioni. L'amministrazione nel 1910 favorì la costruzione della Casa del popolo, che divenne il simbolo dell'attività e della forza del movimento operaio locale. Oltre che sede dei sindacati, dei partiti e delle associazioni culturali e ricreative, la Casa del popolo ospitò anche la cooperativa agricola, una delle principali del bolognese. I problemi agricoli e dei coloni erano al centro del suo pensiero politico. Per questo motivo fu uno dei principali artefici del patto colonico che i mezzadri conquistarono nel 1908, il primo nella storia bolognese. Dopo secoli, i contadini avevano finalmente un patto scritto e articolato in modo organico, mentre in passato la loro vita e i loro averi erano sempre stati affidati alla «bontà» del padrone, il quale disponeva a suo piacere dell'amministrazione e dell'attività dei fondi agricoli, a seconda degli «usi e delle abitudini». Nel 1920, quando la Federterra decise di promuovere un'agitazione a carattere provinciale per il rinnovo del patto colonico del 1908, fu chiamato a far parte della commissione di studio prima e del comitato d'agitazione poi, insieme con Giuseppe Bentivogli*, Renato Tega*, Mario Piazza*, Luigi Fabbri* e Paolo Fabbri*. Iniziata nel gennaio 1920, l'agitazione agraria - la più lunga nella storia bolognese - terminò il 25 ottobre 1920 con il concordato Paglia-Calda, che segnava una grande vittoria contadina, ottenuta grazie all'alleanza tra coloni e braccianti. Con una sola, lunga, durissima lotta - costata morti e feriti al mondo contadino - furono conquistati quattro capitolati per coloni, braccianti, affittuari e boari. Sconfitti sul piano sindacale, gli agrari scatenarono la violenza fascista il giorno stesso in cui fu firmato il concordato. Goldoni fu uno dei primi a essere colpito. Arrestato il 19 aprile 1921, restò in carcere tre mesi per le accuse più varie, anche se la sua colpa maggiore fu quella di essere stato uno dei principali dirigenti dello sciopero agrario. Con la scarcerazione, avvenuta senza processo, non cessarono, ma furono intensificate le persecuzioni. Fu destituito da sindaco e subì numerose bastonature. Nel 1922 venne sequestrato da una squadra di fascisti a Borgo Panigale (Bologna) e, sotto la minaccia delle armi, dovette bere un «caffè della morte». Per avere un po' di pace, abbandonò Anzola Emilia e si trasferì a Calderara di Reno dove, a seguito dei postumi delle bastonature subite, morì il 24 maggio 1924. Ai lavoratori fu impedito di accompagnarlo al cimitero. [O]