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Gaggio Montano, (BO)

1919 | 1943

Insediamento

Schede

Nelle elezioni politiche del 1919, a livello comunale i voti ai socialisti compirono un forte balzo in avanti, ma non risultarono prevalenti. Nelle elezioni amministrative del 7 novembre 1920, la lista del Partito Popolare conquistò la maggioranza, così come in altri sei comuni della montagna bolognese. Avendo ottenuto i popolari 12 seggi ed i socialisti 8, insorsero difficoltà nella composizione della giunta e per l'elezione del sindaco. Solo alla terza seduta del consiglio fu eletto Giovanni Guccini, popolare (uno dei principali esponenti del PPI nella zona appenninica), ed una giunta composta da tre membri effettivi di maggioranza e uno di minoranza, da un membro supplente di maggioranza e uno di minoranza. Il Guccini, contrario all'alleanza tra cattolici e fascisti, il 25 ottobre 1922, venne aggredito da un gruppo di squadristi mentre si trovava sul treno a Marzabotto e poco dopo dovette dare le dimissioni. Successivamente venne eletto a sindaco Domenico Mazzetti. Il 9 gennaio 1923 la gestione del comune venne affidata ad un Commissario prefettizio.

Durante gli anni del fascismo, fra i gaggesi vi furono alcuni oppositori. Interessante fu il caso del muratore Ernesto Picchioni, la cui vicenda personale intersecò avvenimenti non solo paesani durante tutto il ventennio. Nato a Gaggio nel 1904, antifascista, emigrò a Bologna nel 1922 e poi espatriò in Francia. Il 26 novembre 1936 passò oltre i Pirenei, per combattere contro i rivoltosi capeggiati dal generale Francisco Franco in difesa della repubblica di Spagna. Appartenne alla Batteria "Antonio Gramsci" del Gruppo artiglieria internazionale e là divenne comunista. Ferito in combattimento, dopo tre mesi d'ospedale, ritornò in batteria. Rientrato in Francia nel febbraio 1939, venne internato a Saint-Cyprien ed a Gurs. Per ritornare libero, allora, si arruolò nell'esercito francese e fu inviato in Algeria.
Dopo la disfatta inflitta dai tedeschi alla Francia nel giugno 1940, venne internato nel campo di Kanazza, da dove evase. Successivamente arrestato fu rimpatriato in Italia, alla fine del 1941. Giunto a Bologna fu assegnato al confino di polizia e inviato nell'isola di Ventotene.