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Giuseppe Fornetti

25 Febbraio 1898 - 22 agosto 1917

Scheda

Fornetti Giuseppe, di Gaetano, aspirante ufficiale nel 47° reggimento Fanteria, nato a Bologna nel 1898, dimorante a Bologna, morto per ferite sulla Bainsizza il 22 agosto 1917. Impiegato. Celibe.

Nel Museo civico del Risorgimento di Bologna si conservano lettere e documenti, tra cui la seguente missiva:

"Zona di guerra 19- 8 – 17 ore 14 ¼

Carissimo babbo e mamma carissima,
spero che questo foglio non dobbiate leggerlo mai, ma bensì che sia io stesso a leggervelo. Però dato il momento che si attraversa non posso non pensare che da un momento all’altro posso non esistere più e non avere tempo per porgervi un ultimo saluto affettuosissimo e un ultimo bacio di tutto cuore. Mentre vi scrivo stò tremando, la testa mi brucia, temo di non ragionare più, tuttavia cerco di mantenermi calmo e sereno. Sono fiducioso sempre. Il dovere che debbo compiere non mi spaventa ne mi abbatte. Ho la coscienza tranquilla e serena: farò il mio dovere fino all’ultimo e se morirò voi dovete pensare che non ho mai mancato di essere come ho potuto e il meglio che ho saputo, una persona onorata. Sappiate altresì essere forti, non abbattetevi inutilmente, la sciagura che vi colpisce è grande ma sappiate sopportarla con rassegnazione come tante altre famiglie le quali hanno anche loro i loro cari quassù. Grazie, mammina cara, di tutte la cure amorose di tutti i sacrifici che hai fatto fino ad ora per me, grazie babbo mio delle sofferenze, delle privazioni a cui ti sei sottoposto per allevarmi fino ad ora, per darmi un’educazione una coscienza che non vacilli. Grazie di tutto se sono un uomo e sono un uomo onorato, se ho avuto nella mia vita delle soddisfazioni delle gioie lo debbo a voi, solo a voi e ve ne sono riconoscentissimo. Ricordatemi qualche volta, ma senza lacrime,senza pianto, pensate che sono morto compiendo il mio dovere, e che di lassù io sono con voi sempre, e lassù vi aspetto per non separarmi mai più.
Non voglio fiori ne onori. Una preghiera fervida e un posto nel vostro cuore per sempre. Tanti baci affettuosissimi che passerete anche a Serafino. Un’altra preghiera: considerate l’Annita come vostra figlia e amatela come me.
Vostro affezzionatissimo Giuseppe"