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Fanteria - 45° e 46° reggimento, brigata Reggio

Schede

Sede dei reggimenti in tempo di pace: 45° a Sassari, 46° a Cagliari.

Anno 1915
Allo scoppio delle ostilità, la Brigata si trova già dislocata nelle posizioni del Cadore, nell'area compresa fra Perarolo e Tai (Belluno), alle dipendenze della 17a divisione. Ai primi di giugno i fanti raggiungono il Passo di Falzàrego, in preparazione al loro battesimo del fuoco fissato per il giorno 13, quando partecipano all'azione mirante la conquista del tratto di fronte dolomitico compreso fra la Val Travenanzes e la Valparola. Le asperità geografiche e la tenacia nemica impediscono qualsivoglia progresso.

L'azione viene ripresa nel luglio, quando alcuni reparti del 45° RF – con il concorso degli alpini del battaglione “Belluno” – si impossessano del Col dei Bos (Dolomiti Ampezzane). Due giorni dopo, il 13, un nucleo scelto sempre del 45° occupa di sorpresa la cima del Falzàrego (quota 2547), mantenendone il possesso nonostante il violento contrattacco avversario. Tra la seconda metà del mese e la prima metà di settembre, alcune unità della Brigata concorrono all'occupazione di diversi settori del massiccio delle Tofane.

Il 18 ottobre la Brigata è chiamata ad operare nel contesto di una più generale offensiva portata contro le difese avversarie del tratto di fronte compreso fra il torrente Cordevole e la Valparola: oltre al perfezionamento dell'occupazione del Falzàrego, però, non si registrano avanzamenti.

Con il sopraggiungere della stagione fredda la Brigata desiste da qualsiasi ulteriore attacco, dedicandosi così ai lavori per la sistemazione invernale.

Anno 1916
La fine d'aprile segna la ripresa delle operazioni belliche. Il 9° Corpo d'Armata ha l'ordine di avanzare nel settore compreso fra il Col di Lana ed il Monte Sief, così il comando della “Reggio” e quattro battaglioni vengono trasferiti ad ovest (Caprile, in provincia di Belluno), passando alle dipendenze della 18a divisione. Il 4 maggio due battaglioni del 46° ed uno del 45° sono sul fronte del Col di Lana. Alla metà del mese la Brigata ha il compito di attaccare il cosiddetto “Dente” del Monte Sief: dopo una settimana, un battaglione del 46° con gli arditi reggimentali del 45° conquista definitivamente la posizione. Il giorno 22 – per le sensibili perdite subite nel corso di questa operazione offensiva – la “Reggio” viene arretrata a Caprile per riordinarsi.

Nella prima metà di giugno i fanti sono di nuovo nel consueto tratto di fronte, che presidiano fino alla fine dell'anno.

Anno 1917
Al mattino del 6 marzo viene fatta esplodere una “contromina” sotto il Monte Sief, che sventa l'esplosione di una mina avversaria.

Dopo il lancio della grande offensiva austro-tedesca, anche la 4a Armata dal 2 novembre deve ripiegare dal fronte alpino. Due battaglioni del 46° RF vengono dislocati nella valle del torrente Maè in funzione di retroguardia: il loro compito è quello di proteggere la ritirata delle truppe dal Cadore verso la valle del Piave. Il resto della “Reggio”, nel frattempo, riesce a sfuggire alla pressione nemica raggiungendo il nuovo settore ad essa assegnato: Pederobba-Vidor (Treviso), di fronte alle rive del Piave. Il destino dei battaglioni del 46° rimasti di retroguardia in Val Maè è al contrario tragico: ritiratisi da quelle posizioni per l'aggravarsi della situazione, sono sopraffatti dal nemico all'altezza di Vignole (Belluno), allo sbocco della valle del torrente Cordevole.

La “Reggio” rimane in prima linea fino all'inizio di dicembre, quando viene sostituita da truppe francesi. Assegnati alla 56a divisione, operante sul Grappa, per il resto del mese i reparti si alternano sul fronte che va dal Monte Solarolo al Monte Spinoncia. Per «le prove di valore, fermezza ed ardimento date dalle truppe» nel periodo compreso fra il giugno 1915 ed il dicembre 1917, le Bandiere di entrambi i reggimenti sono decorate con una medaglia di bronzo al valor militare.

Anno 1918
Fino a tutto il mese di febbraio la Brigata è a riposo nei pressi di Vicenza. Tra il marzo e il giugno, quindi, i reggimenti seguono il 27° Corpo d'Armata sul Montello, dove alternano periodi in prima linea a momenti di licenza.

Durante la Battaglia del Solstizio (15-24 giugno) il 45° RF risulta fortemente impegnato: agli uomini di questo reparto è infatti assegnato il compito di rintuzzare gli attacchi del nemico, che in diversi punti ha oltrepassato il Piave. Il contrasto è assai duro, e solo il giorno 23 il reggimento ha ragione dell'avversario, che viene definitivamente respinto. Questo sforzo bellico è costato al 45° quasi 600 soldati e 16 ufficiali. Alla metà di luglio l'intera “Reggio” riceve il cambio e viene arretrata nella zona di Montebelluna (Treviso).

Fino al 15 ottobre la truppa rimane di stanza nel settore del Montello, alternando come al solito momenti al fronte e periodi in retrovia. Il giorno 23, nell'imminenza dell'offensiva finale, la “Reggio” è schierata in seconda linea presso Onigo (frazione di Pederobba, Treviso): nella notte del 29 – seguendo le direttive del 27° Corpo d'Armata – passa il Piave a sud di Vidor, seguendo la marcia della Brigata “Campania” (135°-136° RF, che con la “Reggio” costituisce la 51a divisione), che affianca in prima linea il giorno successivo. La resistenza nemica viene rotta il 3 novembre: in particolare, il secondo battaglione del 46° incorre nel suo ultimo combattimento contro reparti provenienti dalla Bosnia-Erzegovina. Al cessare delle ostilità, il 45° RF fa il suo ingresso ad Agordo (Belluno), mentre il 46° giunge a Cencenighe Agordino (Belluno).

Andrea Spicciarelli

FONTE: Brigate di fanteria: riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-1918, Vol. III, Roma, Libreria dello Stato 1926, pp. 3-21.