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Andrea Ercolani

30 novembre 1874 - [?]

Scheda

Andrea Ercolani, da Tomaso e Maria Ghinassi; nato il 30 novembre 1874 a S. Alberto (RA). Iscritto al PSI e al PSUI. Bracciante e scarriolante, aderì giovanissimo al PSI e divenne molto presto attivista sindacale e poi capolega. All'inizio del secolo si trasferì a Ravenna, ove fu uno dei più stretti collaboratori di Gaetano Zirardini e Nullo Baldini, i due massimi dirigenti ravennati del movimento operaio e della cooperazione agricola. Autodidatta, raggiunse un notevole livello culturale. Grazie alle sue doti oratorie, divenne presto famoso tra le masse bracciantili romagnole. Nel 1914 fu chiamato a Castel S. Pietro Terme, dove gli fu affidata la segreteria della CdL. L'anno dopo, eletto segretario della CdL di Imola, assunse la direzione de «La lotta», il settimanale socialista del circondario imolese. Nel 1917 divenne sindaco di Castel S. Pietro Terme, carica nella quale fu riconfermato nel 1920. Fu arrestato l'1 aprile 1921 per essere stato uno dei principali dirigenti della lotta agraria del 1920, conclusasi con il concordato Paglia-Calda. Mentre era in carcere, i fascisti assalirono la sede comunale di Castel S. Pietro Terme e lo dichiararono decaduto dalla carica di sindaco, unitamente all'intera amministrazione. Nel maggio 1921, la federazione bolognese del PSI lo incluse nella lista elettorale per le politiche, quale «candidato di protesta», unitamente a Luigi Fabbri, il capolega bracciantile di Budrio, in prigione per la lotta agraria. Furono eletti entrambi e liberati. Nell'ottobre 1922, espulso dal PSI quale aderente all'ala riformista, unitamente a tutto il gruppo turatiano entrò nel PSUI. Il 30 agosto 1923 fu arrestato a Roma dai fascisti perché sorpreso mentre si incontrava con Giuseppe Massarenti* e con altri socialisti. Alle elezioni politiche del 1924 non si ripresentò. Non potendo tornare nel Bolognese, perché i fascisti lo avevano bandito, emigrò a Milano dove, per vivere, riprese il vecchio lavoro di bracciante. Nonostante le persecuzioni fasciste che subì anche a Milano, restò sempre fedele alla sua idea. Al suo nome è intitolata una sezione milanese del PSI. Ha pubblicato: Sui fatti di Bologna, Discorso alla Camera dei deputati del 16 giugno 1922, Roma, 1922, pp.28. [O]