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Egeo riconosce il figlio Teseo

1787

Schede

Venne probabilmente inviato da Roma, dove il Dell’Era risiedeva da qualche tempo. A Bologna fu salutato con entusiasmo dall’Aldrovandi, che fece espliciti richiami a Poussin e a Raffaello: "Merita lode il quadro di questo giovine per la intelligenza delle parti interne de’ nudi e il compiuto maestrevol lavoro dell'ombre. E se ad alcuno resta forse a desiderare maggior fierezza nel Teseo emulo di Ercole e domatore di mostri, ad altri quel contorno franco e largo della nostra Scuola, ovvero sia quella proporzione gentile del Mazzola; le Arti però ri rallegrano assai di poter molto sperare da chi tanto operò prima di giungere all'anno vigesimo quinto di sua età". Restò nell’iter dell’artista opera importante, se ancora nel 1820 il fratello Domenico la menziona come "un capo d’opera di 20 e più figure, felicemente combinate" (cfr. G. Deri, 1965, p. 288); né andò dimenticata a Bologna, dove Petronio Bassani le attribuiva nel 1816 un doppio asterisco. E' innegabile che essa rifletta "con qualche timidezza, i modi del Batoni e della Kauffmann", secondo quanto scrive Silla Zamboni. Ma là dove i legamenti diventano più autorevoli e stringenti, il Dell'Era sembra rimeditare, molto precocemente, qualche idea dell'entourage romano di David: che il gusto del mobilio richiama anche più apertamente, come mi suggerisce Luisa Bandera.

Giovan Battista Dell'Era (1765 - 1798), Egeo riconosce il figlio Teseo. Concorso Curlandese 1787, premio di Pittura. Olio su tela, cm 100x138, MAMbo Collezioni Storiche.

biblicgrafia: Atli Acc., ms. III, c. 228; A.S. B0., Assumeria d’Istilut0, Diversorum b 31, 1787; C.F. Aldrovandi, 1792, pp. 28—29; P. Bassani, 1816, p. 76; G. Giordani. 1846, p. 13; P. Localelli, 1867,11. 429; G. Deri, I965, p. 288; A. Emiliani, 1971, p. 70; R. Grandi, 1974, p. 74; S. Zamboni, in L’/lrle del Setrecenlo 2/m'Iian0..., 1979, p. 234. Testo tratto da "I Concorsi Curlandesi". Bologna, Accademia di Belle Arti 1785-1870, catalogo della mostra, a cura di Renzo Grandi, Bologna, Galleria d’Arte Moderna, marzo-maggio; Museo Civico, giugno-luglio, 1980.