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Di alcune iscrizioni del Museo Civico di Bologna

1796 | 1950

Schede

Argomento di questa breve esposizione saranno alcune iscrizioni cristiane marmoree collocate nella penultima arcata della parete destra del I cortile nel Museo civico di Bologna (Lapidario del Museo Civico Archeologico). In gran parte (nn. I-IV, VII, VIII, XII, XIII, XX) di provenienza ignota; alcune (nn. V, IX-XI, XIV, XXI) trovate nella Casa del Generale Luigi Ferdinando Marsili posta nella Contrada di Centotrecento, altre (nn. VI, XV) già poste in varij luoghi nel Palazzo dello Instituto (delle Scienze) pervennero, poi, sulla fine del secolo scorso, al Museo in seguito ad una speciale convenzione mercè la quale le Raccolte universitarie, unite a quelle comunali, passarono nel Museo allora istituito. Oltre tali iscrizioni, altre ve ne sono, infine, che provengono dalla Certosa (nn. XVI-XIX) e dalla Collezione Palagi (nn. XXII-XXIV). Avvertiamo che è stata nostra cura notare soltanto iscrizioni sicuramente cristiane, altre essendovene, nel Museo, alla medesima arcata, che lasciano dubbiosi circa la loro vera natura.

- I | Una grossa àncora, sul cui braccio lungo è una colomba che becca un grappolo di uva. L'ancora rappresenta la speranza del defunto nella salvezza eterna per i meriti di Cristo; la colomba beccante il grappolo di uva, l'anima che si bea delle grazie celesti. Prov. ignota.

- II | (Chi-Rho) È il Crismon (Monogramma di Cristo), composto come è noto delle due iniziali greche X P del nome Χριστός. Prov. ignota.

- III | (Alfa - Chi-Rho - Omega) Il Crismon è qui affiancato dalla formula allegorica dell'Apocalisse (1, 8; XXI, 6; XXII, 13) che accosta la prima e l'ultima lettera (il principio e la fine) dell'alfabeto greco come titolo divino. Prov. ignota.

- IV | P A R E N T E S / F E C E R V N T / Accanto all'iscrizione, sulla sinistra, è una figura di orante (un bambino, di cui è taciuto il nome, più che per errore o inavvertenza del lapicida o di chi compose l'iscrizione, per modestia, così come lasciano pensare altre iscrizioni simili, delle quali ricordiamo qui la seguente - Votum solbimus nos cuius nomina Deus scit- che si legge nelle Catacombe di S. Gennaro extra-moenia a Napoli. La figura dell'orante significa l'anima del defunto che prega nel cielo. Prov. ignota.

- V | RODORICVS SE VIVO FECIT / SECVNDA DEPOSITA IN PACE / prov: Marsili.

- VI | Opistografa. Da una parte si legge, in caratteri rubricati: PRIMVS ET INNO / CENTIA SIBI ET CV. / RI SVO EMIT F. N. VII / Dall'altra parte, in caratteri neri, racchiusa in una corona simbolo del premio della vita eterna ricevuto da chi è vissuto nella fede di Cristo: REDEMTE / IN PACE QVE / VIXIT ANN / XXV. BEN / M / Prov.: Istituto.

- VII | IH POSITA ETS PRIMA / ANNORVM. II. MS. VIIII / DEPOSITA ET SANTI. VI. / IDVS AGVSTAS / Alla fine dell'iscrizione è tracciato un ramo di palma, simbolo abbastanza frequente nelle iscrizioni cristiane e già ritenuto erroneamente, nel passato, segno certo di martirio, ma che sta invece a indicare semplicemente il premio della vita eterna ricevuto da chi è vissuto sotto la bandiera di Cristo. Sono, inoltre, notevoli, nella zona inferiore del marmo, una testa ricciuta di bambino (la defunta?), una colomba incedente su un ramo di palma, una foglia di edera. Prov. ignota.

- VIII | In caratteri rubricati. BENEMERENTI / MARTYRIAE FILIAE / QVAE VIXIT ANN. XIIII / DIES. VI. DEFVNCTA EST / IIII. KAL. IVNIAS IN PACE. Prov. ignota.

- IX | In caratteri rubricati. Frammentata sulla destra. BENE.MERETI.FILIE.DVLC / FECIT.MATER.QVI.BIXIT.ANNIS.X / BENERIA.IPACAE.RECESSIT.VIIII.KAL.OC / Notevoli, in quest'iscrizione, gli errori di sintassi e di grammatica, non infrequenti nelle antiche iscrizioni cristiane e dovuti generalmente ad inavvertenza o ignoranza del lapicida. Prov.: Marsili.

- X | In caratteri rubricati. SERVILIANO / BENEMEREN / TI PACEM QVI / VIXIT ANNIS / LXII ET D VIII / DISCESSIT / III IDVS SEPT / Prov: Marsili.

- XI | PARENTES.DIONYSIO.FILIO DVL / CISSIMO.VIX.AN.V.M.VII.DVIIII.DP / XVI.KAL.SEPT.CONSTANTIO.X.COS.IN.P. / (Alfa - Chi-Rho - Omega) / DVLCISSIME.FILIE.EROTIANETI.VIX. / ANN.II.M VII.D XI.DEP.XIIII.KAL.SEPT / CONSTANTIO.X.COS.IN PAC / Vi sono ricordati due bambini qui deposti essendo console Costanzo X (cioè nel 360). Per il Crismon e per la formula apocalittica vedi quanto detto ai nn. II e III. Prov.: Marsili.

- XII | DEPOSITVS M / ARTYRIVS.III.KAL. / IVLIASINPA CE / TRIMATVS.ET Mq / Prov. Ignota.

- XIII | Frammentata sulla destra. TE IN PACE / TIMINIAE.S / RI DI DVLCIS / ME FILIEOMNIG / SVAVIIPOSIDONIVSETV / Questo epitaffio è notevole per la formula augurale che si legge in principio (suscipiat TE christus IN PACE) e per la complessa figurazione che si vede sulla sinistra: in alto, una colomba con un ramo di palma nel becco e volante verso un edificio di incerta natura; più in basso, tre figure di animali, pur essi non chiaramente riconoscibili (un cane, un corvo, un gallo?), i quali dovevano pur avere certamente un significato particolare. Il tutto è accompagnato, infine, da un'iscrizione (QVOD TIBI DIXI) che potrebbe significare l'avvenuta realizzazione di una promessa (il regno celeste) fatta a chi ha creduto in Cristo. Prov. ignota.

- XIV | due colombe che si dissetano ad un vaso. VRBICE MERENTI COIVG. MEAE / DVLCIS ANIMAQVE BIS IX MECVm / CON CONIVGE VICTORI MESIS VIII / Notevole, in questo epitaffio, oltre i soliti errori imputabili al lapicida, la rappresentazione delle colombe che si dissetano ad un vaso: esse stanno a indicare l'anima che si bea delle gioie celesti. Prov.: Marsili.

- XV | + CHRISTVS + REX / + VENIT + IN + PACE / + ET + DEVS + HOMO / + FATVS + EST + / L'iscrizione, naturalmente molto tarda, è notevole per l'esplicita dichiarazione della regalità e dell'incarnazione di Cristo. Prov.: Istituto.

- XVI | GAVDENTIVS.IN PACE QVI / VI.XIT.ANNIS.XX.ET VIII / ME.SIS.CIN.QVE.DI.ES / BIGIN.TI.A.BET.DE.POS / SONE.X.KAL.OC.TOBRES / L'iscrizione è racchiusa in una tabella ansata. Fra le particolarità che presenta facciamo notare: la divisione di alcune parole in sillabe fatta mediante un puntino; la grafia CINQVE; e infine la formula (che si legge nelle due anse) SAVQENTI IN PACE (=sequenti in pace), che, come se dicesse Pax eum subsequatur, ha preso qui il posto dell'altra, più solita a trovarsi in iscrizioni simili, che dice Benemerenti in pace. Originariamente nel Cimitero di S. Priscilla, a Roma; passò, poi, a Bologna, nella chiesa di Tutti i Santi; fu trasportata, in seguito, nella Certosa; e pervenne, infine (1950), al Museo.

- XVII | MARCIANETI FILIAI. DVL / CISSIME QVAE VIXIT ANNO / MENSE ET DIES XV MARCVS FILIAE FECIT / Sulla sinistra del marmo è raffigurato una grande cornucopia che sta certo a indicare (come il modio che si trova in altri monumenti cristiani) la piena ed esuberante misura con cui Iddio ricompensa le buone opere fatte ed i sacrifici sofferti per lui. Sulla destra è raffigurata una grande foglia di edera. Originariamente nel Cimitero di S. Ciriaco, a Roma; passò, poi, a Bologna, nella chiesa di Tutti i Santi; fu trasportata, in seguito, nella Certosa; e pervene, infine (1950), al Museo.

- XVIII | CANTABRIA / SERENA / COSTANTIA / BONA FEMINA / QVI VIXIT ANN / XXXVIIII M III DIES VII / Già nella Certosa; pervenne, poi (1950), al Museo.

- XIX | VRBICVS / FETINE / IN PACE / Originariamente nel Cimitero di S. Agnese, a Roma; passò, poi, a Bologna, nella chiesa di Tutti i Santi; fu trasportata, in seguito, nella Certosa; e pervenne, infine (1950), al Museo.

- XX | ΑΓΑΠΗ / ENΘεω ZHCVC / colomba (Chi-Rho) / IBZ. cioè: Agape quae in Deo vixit (annos) XIX. Si noti come, in questo epitaffio, la formula εv Θεω Zησuζ (per Zησασα) sia seguita pleonasticamente dal monogramma di Cristo, aggiunta forse arbitraria del lapicida. Prov. ignota.

- XXI | ΠΑΤΡΙΚΙ (Chi-Rho) / EZHCENETH / cioè: Patricia in Christo visit annor LXII. Prov.: Marsili (da Roma, Cimitero di S. Ciriaca)

- XXII | cioè: Il Padre, il Figliuolo, lo Spirito Santo: santo Michele, santo Gabriele, padre Geremia, padre Enoch, santa Maria con la Sibilla; riposò il beato Giorgio nell'ottavo (dì), nel mese di Paoini, della indizione quarta. Prov.: Palagi (dall'Egitto).

- XXIII | Copta, in dialetto tebano. cioè: Il Padre, il Figliuolo, lo Spirito Santo: padre Geremia, padre Enoch con la Sibilla; il fratello nostro Macario il piccolo, figliuolo loro, posò il corpo, il diciotto di Thoyt, in pace. Amen. Prov.: Palagi (dall'Egitto).

- XXIV | Copta, in dialetto tebano. cioè: Il Padre, il Figliuolo, lo Spirito Santo: padre Geremia, padre Enoch con la Sibilla, santa Maria, santi tutti secondo i nomi loro: rammentate a fratello nostro Giorgio, prefetto, anziano, che riposò il due di Parmute il (fratello) nostro, prefetto, (anziano), riposò... in pace. Prov. Palagi (dall'Egitto).

FERDINANDO RODRIQUEZ

Testo tratto da "DI ALCUNE ISCRIZIONI CRISTIANE MARMOREE DEL MUSEO CIVICO DI BOLOGNA", in "Strenna Storica Bolognese", Bologna, 1957. In collaborazione con il Comitato per Bologna Storica Artistica. Lapidario del Museo Civico Archeologico.