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Crespellano, (BO)

1919 | 1943

Insediamento

Schede

In questo comune fin dagli inizi del secolo si sviluppò l'organizzazione politica dei lavoratori e si accesero lotte sindacali. Nelle leghe si manifestò una vivace presenza femminile. Nel 1912 il socialista Michele Ferri), farmacista, già consigliere all'Amministrazione provinciale di Bologna dal 1910, divenne sindaco. Fu poi riconfermato dopo la consultazione popolare del 1914. Nelle elezioni amministrative del 24 ottobre 1920 per scegliere 16 consiglieri di maggioranza e 4 di minoranza furono presentate due liste, entrambe del PSI. Gli aventi diritto al voto erano 1.525; votarono in 1.181 (77,4%). Il consiglio comunale, composto solo da socialisti, si insediò il 15 dicembre successivo e rielesse a sindaco il Ferro.
I consiglieri furono oggetto di ripetute aggressioni e minacce da parte dei fascisti. Il sindaco annunciò le proprie dimissioni il 4 aprile 1921, ma il consiglio le respinse il giorno 16. All'uscita dal municipio i consiglieri vennero singolarmente aggrediti e minacciati da un nutrito gruppo di squadristi che intendevano reprimere con la violenza la riconferma del primo cittadino considerata, come in effetti era, un atto di decisa protesta. Il 28 aprile il sindaco riconfermò le dimissioni e il 12 maggio il consiglio comunale venne sciolto. Le minacce contro gli ex eletti vennero continuate anche dopo le loro dimissioni.
Nel 1921 e nel 1922, venne attaccata dai fascisti la Casa del popolo di Calcara per ben 4 volte, data la consistente opposizione dei lavoratori. Nel corso della terza aggressione, tentarono pure di incendiarla. Due volte fu attaccata quella di Crespellano con ripetute minacce ai dirigenti politici ed ai gestori. Nel giugno 1922 i due edifici vennero illegalmente e permanentemente occupati dai fascisti.
Il 10 dicembre 1922 i fascisti, presentatisi da soli alle nuove elezioni amministrative, accedettero al comune. Aprirono la strada ai Podestà.
Le violenze continuarono in più direzioni. Nel febbraio 1923 i "fascisti uccidono il mendicante settantenne Mazzetti Enrico di Poggio del Voglio perché, arrestato per questua, non voleva essere portato in caserma. Per mascherare il delitto pongono il cadavere sul binario della ferrovia" (Matteotti, 57). Per stroncare gli oppositori, durante gli anni del regime fascista, sette nativi furono deferiti, processati e condannati dal Tribunale Speciale (Aula IV); sei subirono condanne al confino di polizia per attività antagonista (Confinati). Contro la rivolta franchista in Spagna, fra il 1936 e il 1939, tre nativi del comune si aggregarono, in terra iberica, alle forze antifasciste internazionali in difesa di quella repubblica (Spagna). Sostenuta dalle numerose commesse belliche, la "Ducati" che già aveva raddoppiato l'area degli stabilimenti di Borgo Panigale rispetto al 1940, agli inizi del 1943 cominciò la costruzione di nuove succursali a Crespellano ed a Bazzano, destinate a produrre rispettivamente apparecchiature radio e pompe speciali per motori d'aereo (v. Bologna). Con questo stabilimento e con le maestranze addette, si trasferirono nel comune anche una cultura ed un'esperienza antifascista che erano ben presenti nella sede madre.